Ha lavorato in ogni angolo del pianeta: resta grave il fotoreporter del National Geographic scivolato in Valmorta

Josh Forwood, 35 anni, di Bristol è ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII: l’incidente nei pressi della diga del Barbellino a Valbondione mentre era intento a realizzare un documentario sulle acrobazie degli stambecchi.

Un nuovo grave incidente in montagna è accaduto nel pomeriggio di venerdì 9 luglio nella zona del rifugio Curò e precisamente nei pressi della diga di Valmorta in comune di Valbondione . Vittima un cineoperatore britannico di 35 anni, Josh Forwood, originario di Bristol, rimasto gravemente ferito in seguito a una caduta . L’allarme è stato dato intorno alle 16,45 e sul posto è intervenuto l’elisoccorso di Bergamo. L’elicottero ha operato con il supporto degli uomini del Soccorso alpino di Clusone e di Valbondione: il ferito, dopo le prime cure sul posto, è stato trasportato in codice rosso al Papa Giovanni, dove è ricoverato in pericolo di vita.

Il cineoperatore si trovava in zona da una settimana con quattro colleghi per realizzare, per conto della prestigiosa rivista scientifica internazionale National Geographic, riprese cinematografiche con apparecchiature sofisticate e droni sulla fauna selvatica locale. In particolar modo gli stambecchi che in questa stagione offrono spettacolari performance sulla diga di Valmorta, mettendosi in posizioni che sfidano la forza di gravità alla ricerca di un po’ di sale lungo le ripidissime pareti di pietra.

La vita selvaggia è la passione di questo giovane fotografo e cineoperatore di Bristol, che al suo attivo ha esperienze in tutto il mondo . Nel suo sito ( joshforwood.co.uk ) racconta di aver lavorato in una molteplicità di luoghi nel mondo, nelle condizioni più disparate: dal rafting nella giungla nepalese alle notti in tenda sui ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide fino ai viaggi sui treni merci attraverso le Montagne Rocciose . Il fotografo britannico è già un veterano della fotografia di ambiente. Oltre che per il National Geographic, lavora per la Bbc, Netflix, Disney e Discovery Channel.

Il gruppo era alloggiato al rifugio Curò e fino al giorno prima si era avvalso della collaborazione di una guida locale, esperto conoscitore della zona . Per cause da accertare l’uomo, che si trovava sul sentiero limitrofo all’invaso, a quota oltre duemila metri, in zona impervia, ha messo un piede in fallo ed è precipitato per alcune decine di metri, riportando traumi gravi che hanno richiesto l’intervento dell’eliambulanza e il ricovero in ospedale. Le sue condizioni permangono molto gravi.

La Valmorta è una delle zone più selvagge dell’alta Val Seriana, in quanto risulta essere una delle meno frequentate dal punto di vista escursionistico. Per raggiungerla è necessario transitare vicino alla casa dei guardiani e poi abbassarsi di quota, fino alla base dell’imponente muro di sbarramento della diga del Barbellino . È qui che il gruppo di fotografi inglesi aveva deciso di trascorre alcune giornate alla ricerca di immagini e scatti degli stambecchi presenti in zona. È infatti cosa nota che, soprattutto a inizio estate, gli animali si inerpicano sulla parete in cemento alla ricerca del salnitro, un sale di cui vanno ghiotti e che si forma sulle superfici umide presentandosi come una specie di lanugine bianca. Le loro evoluzioni richiamano sempre l’attenzione fotografica degli escursionisti che dal rifugio Merelli al Coca sono diretti verso il Curò e di molti altri che salgono da Valbondione con la speranza di poterli vedere.

L’incidente è tuttavia accaduto a qualche centinaio di metri di distanza, in un punto in cui il sentiero si snoda su alcune roccette e, da sempre, sono presenti alcuni metri di fune di acciaio alla quale è possibile aggrapparsi per sentirsi più sicuri nel transito verso monte . Una volta superato questo delicato passaggio la traccia prosegue tra pascoli e sfasciumi rocciosi di piccole dimensioni ma non presenta più tratti che possono essere ritenuti pericolosi.

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