Frana sull’Arera: «Distacco favorito da sbalzi climatici»

VAL SERIANA. Il geologo Rota: fenomeno che fa parte della vita naturale della montagna, che si sgretola.

«La frana sul monte Arera è stata probabilmente favorita dagli sbalzi termici, dal cambiamento climatico. Ma fa parte della vita naturale della montagna, che si consuma, si sgretola nei corso dei secoli e dei millenni».

Così Federico Rota, geologo e nivologo, consulente per la Provincia, commenta la frana che tra martedì e mercoledì scorso ha interessato il versante seriano del monte Arera (in territorio di Ardesio), una delle cime più conosciute e belle della Bergamasca.

Un distacco di 50 mila metri cubi

Nessuna persona o abitazione coinvolta e neanche sentieri. Il distacco - secondo la stima di esperti potrebbe essere di 50mila metri cubi - si è verificato poco distante dalla località denominata Busa. La roccia ha raggiunto poi il manto nevoso sottostante e il distacco è stato notato da Valcanale.

«Non sono coinvolti edifici - dice ancora Rota - e i detriti che si sono accumulati in basso non dovrebbero essere coinvolti in fenomeni alluvionali. Ma per un’analisi più precisa bisognerebbe fare un sopralluogo con un drone». «Il distacco della roccia - continua il geologo - è stato favorito dalla pioggia ad alta quota che è penetrata nelle fessure e poi dal ghiaccio.

L’erosione un fenomeno naturale

L’erosione delle montagne è un fenomeno ovviamente naturale, perdipiù su montagne come queste, calcaree e fratturate. Era già successo in passato, succederà ancora sulle nostre montagne. Qui in modo più visibile ma altri distacchi rimangono magari nascosti alla vista dell’uomo».

«Questa frana - aggiunge il sindaco di Ardesio, Yvan Caccia - è forse più evidente di altre perché la roccia è finita sulla neve. Non ci sono edifici coinvolti e neanche sentieri interrotti, dalle foto non si comprende esattamente la quantità del materiale franato, di certo non è una piccola quantità. E peraltro non ho memoria di frane in questa zona».

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