Cronaca / Valle Seriana
Giovedì 07 Luglio 2022
Focolaio di legionella, contagi fermi a 12 ma l’area si estende anche a Gazzaniga
Valle Seriana Dopo l’aumento di martedì, nessun nuovo caso. Tra i ricoverati anche un giovane. Migliora il paziente in terapia intensiva, 4 dimessi. Ats: prelievi serrati, anche alle fontanelle.
Una dozzina di contagiati e ancora troppo pochi indizi per identificare la causa del focolaio di legionellosi in Valle Seriana. Un focolaio che, è notizia di mercoledì, si allarga anche alla media valle, seppure con un solo isolato caso. In base ai dati a disposizione di Ats Bergamo, sono 12 le persone colpite dal batterio della legionella a partire dal 29 giugno: lunedì erano in totale 7, di Clusone e Rovetta, saliti il giorno dopo a 11, con un contagiato anche di Onore. Mercoledì mattina Ats ha però aggiunto al suo report anche un giovane di Gazzaniga, «sfuggito» al totale di martedì, visto che la segnalazione era giunta all’Agenzia di tutela della salute a tarda sera. Va da sé che in realtà la situazione sia stabile rispetto a due giorni fa, con nessun nuovo ricovero né comunicazione di diagnosi da legionellosi nella giornata di mercoledì. Inoltre il giovane, ricoverato al «Papa Giovanni» di Bergamo per altre cause e al quale è poi stata diagnosticata la legionellosi, aveva iniziato a manifestare i sintomi dell’infezione già il 30 giugno scorso.
Quattro pazienti sono stati dimessi dall’ospedale di Piario e proseguono la terapia da casa, mentre il contagiato ricoverato nella terapia intensiva del «Bolognini» di Seriate pare in via di miglioramento
Nel frattempo il quadro generale va migliorando: quattro pazienti sono stati dimessi dall’ospedale di Piario e proseguono la terapia da casa, mentre il contagiato ricoverato nella terapia intensiva del «Bolognini» di Seriate pare in via di miglioramento. Prosegue intanto anche l’indagine epidemiologica. «Dobbiamo attendere gli esiti ufficiali dei campionamenti effettuati dai nostri tecnici sugli impianti idrici e di climatizzazione delle case dei contagiati – spiega Oliviero Rinaldi, direttore della Struttura complessa di Medicina preventiva nelle Comunità di Ats Bergamo –, che stanno proseguendo su tutto il territorio», anche alle varie fontanelle pubbliche di Clusone e Rovetta. «Stiamo inoltre censendo con Regione Lombardia i grandi impianti di condizionamento – prosegue – sui quali andremo ad agire in prima battuta». Fondamentale sarà anche capire i luoghi frequentati dai contagiati, fino a 10 giorni prima della comparsa dei sintomi (il periodo di incubazione) e utile potrebbe rivelarsi proprio il giovane della media valle: «La maggior parte delle persone contagiate è in età avanzata – aggiunge Rinaldi – e quindi non facilmente intervistabili, ora dal ragazzo e da un altro trentenne ci aspettiamo informazioni più attendibili». Se poi si scoprisse che il giovane di Gazzaniga ha frequentato luoghi nei dintorni di Clusone, area di tutti gli altri casi, si avrebbe un indizio in più per capire l’origine di questo focolaio.
La legionella prolifica nei tratti finali della rete idrica, solo quindi nei rubinetti e negli impianti di condizionamento, non nell’acquedotto
Rimane massima l’attenzione , «ci stiamo confrontando in maniera continua con Ats e e Asst Bergamo Est – spiega il sindaco di Clusone Massimo Morstabilini –, stiamo cercando di avere più informazioni possibili. Un po’ di apprensione c’è, la gente vuole capire. Noi sindaci interessati da questi casi abbiamo chiesto ad Ats e Asst che possa essere fatto un incontro quotidiano in modo da avere un aggiornamento costante. Ci sono cittadini che si stanno molto preoccupando sui rubinetti di casa, ma è stato chiarito bene oggi (mercoledì, ndr) su L’Eco: la legionella prolifica nei tratti finali della rete idrica, solo quindi nei rubinetti e negli impianti di condizionamento, perciò il messaggio che l’acquedotto di Clusone sia inquinato, non ha alcun fondamento». E Flavia Bigoni, presidente dell’Ambito Alta Valle Seriana, da medico qual è aggiunge che «l’attenzione è massima: la legionella è un batterio molto aggressivo, la forma più seria di infezione,che porta a polmonite, va monitorata bene».
© RIPRODUZIONE RISERVATA