Errore sulle etichette, rischio macero
per 1,5 milioni di mascherine: salvate

Gandino, l’intestazione del produttore cinese era sbagliata: le Dogane hanno garantito la regolarizzazione. Presto sul mercato.

Un milione e mezzo di mascherine chirurgiche importate dalla Cina rischiavano di finire al macero per un banale errore. Il produttore cinese aveva infatti intestato l’etichetta delle confezioni a un cliente tedesco e non all’azienda di Gandino che le aveva ordinate per commercializzarle. Risultavano, insomma, carenti delle necessarie informazioni. E, spiegano dall’Ufficio Dogane di Bergamo, con sede a Levate, «in assenza delle previste informative da rendere ai consumatori - tra le quali, nome del produttore, lotto, tipologia di dispositivo etc - non possono ottenere il cosiddetto Nos, il nulla osta sanitario, che deve essere rilasciato dall’Ufficio di Sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute (Usmaf) competente per territorio». Ci ha pensato lo stesso Ufficio Dogane ad avviare e garantire il processo di regolarizzazione della mascherine, una volta appurato che si trattava di un errore in buona fede e non di una pratica per aggirare dazi, tasse doganali e altro. Il valore della merce - mascherine triplo strato Tnt - al netto di costi di spedizione e tributi vari, non è elevatissimo: circa 35 mila euro.

I dispositivi di protezione individuale, contenuti in 1.500 colli, sono stati posti sotto «vigilanza doganale». Quest’ultima è una procedura che consente alla ditta di trattenerle in deposito in un’area (interna all’azienda stessa) dove il personale dell’Agenzia dogane e monopoli possa accedere per effettuare sopralluoghi e controlli. È stata la stessa ditta di Gandino ad accorgersi che il materiale era regolare, ma che c’era un’incongruenza nelle etichette. In particolare, l’etichetta applicata su ciascun collo, che era regolare, non coincideva con quella all’interno dei singoli blister contenuti nel collo (erano queste a essere intestate al cliente tedesco e ad essere prive di altre informazioni). Sotto la vigilanza delle Dogane, l’azienda seriana ha così provveduto a sostituirle con nuove etichette recanti informazioni relative all’utilizzo, alla conformità CE, al fabbricante/importatore, e cioè la ditta di Gandino che, tramite un corriere, le aveva fatte arrivare dalla Cina.

Una volta terminata la sostituzione delle etichette, le mascherine saranno sottoposte al vaglio dell’Usmaf di Orio al Serio, che dovrà certificarne l’idoneità sanitaria. Dopo di che potranno essere commercializzate.

Nei giorni scorsi l’Agenzia delle Dogane di Bergamo aveva provveduto a sdoganare tramite lo «svincolo diretto» 6 milioni e 150 mila mascherine chirurgiche contenute in 4.605 colli provenienti dalla Cina. Le operazioni di sdoganamento erano state effettuate con la massima rapidità, in applicazione dell’ordinanza numero 19 del 2020 del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19: in questo modo le mascherine – la cui qualità era stata garantita – erano state con celerità dichiarate idonee a essere messe sul mercato.

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