Emergenza statale 671 della Valle Seriana, gli industriali: «Noi danneggiati»

VIABILITÀ . Persico: «Molti rinunciano a candidarsi per non vivere nel traffico». L’appello ai politici, Franco: «Pronti a intervenire». Schiavi: «Anas al lavoro».

Le «proposte facili» per rendere più scorrevole il traffico sulla strada statale 671 della Valle Seriana sono sul tavolo da un anno. Ma da quel 13 gennaio 2024 quando venne messo nero su bianco l’elenco di dieci punti critici, con relative soluzioni, per i pendolari nessuna (o quasi) novità: ingorghi e rallentamenti sono all’ordine del giorno e dimostrano come sia urgente intervenire.

Lo ribadisce anche il mondo dell’industria che raccoglie l’appello di Agostino Piccinali, direttore Amministrazione, finanza e risorse umane del Gruppo Scame oltre che presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo, il quale una decina di giorni fa – dopo la giornata nera del 20 gennaio quando un tir ribaltatosi all’altezza di Casnigo spezzò in due la valle – ha invitato consiglieri regionali e istituzioni ad attivarsi perché «idee e progetti, anche quelli più semplici, non restino solo parole nel vuoto ma diventino realtà». Li aveva messi in fila lui stesso insieme al consigliere regionale Michele Schiavi, a Martino Bigoni, coordinatore del gruppo Facebook «Viabilità in Valle Seriana» e al presidente della Comunità montana Giampiero Calegari. Semafori da togliere, tratti di strada da allargare: per l’incrocio semaforico della Martinella la Regione ha stanziato 500mila euro per raddoppiare la corsia verso Bergamo, a Casnigo è stato sistemato un tombotto che creava disagi a ogni nubifragio, ma per il resto, fermi.

«Dalle parole di passi ai vatti»

Senza scomodare grandi opere come la variante Clusone-Ponte Selva o il prolungamento della linea tramviaria T2 fino a Vertova, il cui pre-progetto è stato presentato al ministero dei Trasporti la scorsa settimana, con data di inizio lavori stimata nel 2032 e 261,5 milioni di spesa, «già togliere il semaforo di Casnigo sarebbe un risultato, per di più a costo zero – ribadisce Piccinali –: occorre però che dalle idee si passi ai fatti».

«In valle siamo messi così male che si fa fatica a trovare personale anche a causa del traffico: molti rinunciano a candidarsi per un posto nelle nostre industrie proprio per non passare ore in macchina, è assurdo»

Già, perché intanto la situazione «scoppia», aggiunge Pierino Persico, presidente di Persico Group: «Continuiamo a parlare di qualità della vita, ma se si trascorrono ore in auto... In valle siamo messi così male che si fa fatica a trovare personale anche a causa del traffico: molti rinunciano a candidarsi per un posto nelle nostre industrie proprio per non passare ore in macchina, è assurdo». Persico così come il presidente della Comunità montana Calegari parla della necessità di «affrontare tanti piccoli nodi uno alla volta, ognuno con i propri benefici: anche il prolungamento a Vertova della Teb non risolverà il problema, ma aiuterà ad alleggerire la statale da altri pullman e auto, soprattutto quelli degli studenti». La pensa così anche Gianluca Capelli, direttore generale di Officine meccaniche di Ponte Nossa, il quale ammette che «l’industria montana ha complessità diverse rispetto a quella in pianura a livello logistico e non solo. Noi siamo resilienti e attaccati al territorio, ma per come sarà l’industria manifatturiera del futuro è impensabile non avere soluzioni diverse per la viabilità della Valle Seriana».

I punti sotto la lente

Dall’appello alle soluzioni, quantomeno al dialogo. Interpellati sulla questione, i politici eletti in Valle Seriana ora in Regione concordano sulla «situazione viabilistica diventata insostenibile» e si dicono pronti a fare la loro parte. Tanto vale ricordar loro i punti sotto la lente: da Clusone in giù, le curve e lo della Selva e poco più a valle lo svincolo di Ponte Selva, il semaforo di Casnigo-Colzate, l’uscita di Gazzaniga in zona Portico, l’uscita al Ponte vecchio di Cene, la manutenzione delle gallerie Del Dosso e Montenegrone, l’uscita e reimmissione di Albino in zona Cupola, l’immissione da Pedrengo, lo svincolo tra la 671 e la 42 a Seriate e il semaforo della Martinella.

Ora, gli snodi cruciali sono noti a Paolo Franco, assessore regionale a Casa e Housinig sociale, di Albino. «È necessario intervenire per risolvere queste criticità – afferma – anche attraverso l’analisi di soluzioni alternative in quelle aree dove i problemi di traffico sono particolarmente evidenti». L’assessore ribadisce inoltre che la Giunta regionale è «perfettamente consapevole delle necessità del territorio e delle preoccupazioni degli abitanti», e che la sua collega, l’assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi, «saprà mettere in atto tutte le iniziative necessarie per risolvere questa situazione che, da troppo tempo, rende difficile la vita dei cittadini della Val Seriana». Certo «serve collaborazione istituzionale tra tutti gli attori – aggiunge –, mettendo da parte le differenze politiche e lavorando congiuntamente per il bene della valle e dei cittadini. Così facendo, sono convinto che la soluzione possa essere trovata in tempi rapidi».

«Necessarie sinergie con gli enti locali»

Di coinvolgimento parla anche il consigliere regionale Roberto Anelli, di Alzano: «Prima di tutto vanno coinvolti gli amministratori locali perché non dimentichiamoci che alcuni semafori sono stati messi su loro richiesta – spiega –: se le soluzioni sono condivise con loro, non vedo problemi». Anelli auspica però anche «un’azione più ampia dopo uno studio sull’intera valle», con l’obbligo «a porci delle priorità: meglio chiedere 300 milioni di finanziamento per arrivare in 51 minuti a Vertova in tram o per una soluzione che alleggerisce l’intera valle? Intanto – precisa – non dimentichiamo le micro-soluzioni». Come il semaforo di Colzate, per il quale il collega Michele Schiavi (di Onore), annuncia: «Proporrò di utilizzare parte dei fondi derivanti dai canoni idroelettrici per finanziare la soluzione più adatta».

Anas al lavoro

Resta da capire come garantire l’entrata e uscita in sicurezza nelle aziende in zona ex Tessitura dell’Acqua, ma al tempo stesso anche la fluidità del traffico sulla 671: «Anas ci farà avere le soluzioni dal punto di vista tecnico più fattibili, poi si deciderà» aggiunge Schiavi. In alta valle (Clusone) vive anche il consigliere regionale Jacopo Scandella che giudica la variante Ponte Nossa-Clusone «una valida alternativa a un pezzo di strada che alternative non ha» e propone una nuova opera: «allargare con una corsia in più il tratto da Itema, a Casnigo, fino alla rotatoria, scendendo».

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