Due carabinieri accoltellati a Nembro: l’aggressore ha tentato l’espatrio - La ricostruzione della fuga e l’arresto sul confine con la Francia

È stato scovato nel buio a ridosso di un pilone dell’autostrada a Bardonecchia: è stato immobilizzato e portato al comando di compagnia di Susa (Torino).

È stato fermato e arrestato nella serata del 6 febbraio a Bardonecchia, in provincia di Torino, il presunto autore dell’accoltellamento di due carabinieri avvenuto lo scorso giovedì sera a Nembro, durante un servizio antidroga: si tratta di un cittadino marocchino di 36 anni, regolarmente sul suolo italiano e residente a Pradalunga, già noto alle forze dell’ordine e che i carabinieri di Bergamo cercavano da quando, dopo la duplice aggressione, aveva fatto perdere le proprie tracce . L’immigrato pare stesse per lasciare il territorio nazionale per rifugiarsi in Francia, ma è stato bloccato. I due militari - di 24 e 26 anni, in servizio alla stazione di Albino - erano stati soccorsi dal 118: il più giovane è stato dimesso 24 ore dopo l’accoltellamento con una prognosi di 30 giorni per una ferita da taglio al bicipite sinistro, mentre il collega, accoltellato al torace, è ancora ricoverato e ha subito un intervento per ridurre la lesione a un’arteria. Anche per lui la prognosi è di un mese.

Stava per lasciare di nuovo l’Italia per rifugiarsi in Francia, dove era già stato intercettato dalla polizia francese a Modane, vicino a Bardonecchia, riuscendo a eludere la loro sorveglianza e a tornare in Italia, il marocchino che i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo hanno intercettato e arrestato proprio nella cittadina piemontese al confine con la Francia.

Il cellulare del marocchino si è infatti riattivato dopo che, sfuggito alla polizia d’oltralpe - che lo ha controllato su un treno diretto a Parigi - ha fatto ritorno in territorio italiano. A quel punto i militari del nucleo investigativo di Bergamo, coadiuvati dai colleghi del posto, hanno esteso le ricerche anche nelle aree montane vicine a Bardonecchia. L’immigrato è stato scovato nel buio a ridosso di un pilone dell’autostrada: è stato immobilizzato e portato al comando di compagnia di Susa (Torino), dove gli è stato notificato il decreto di fermo di indiziato di delitto (con le accuse di tentato omicidio, resistenza e porto di arma bianca) emesso a suo carico dalla Procura di Bergamo. Ora si trova in carcere a Torino in attesa della convalida del fermo.

Nelle prime fasi dopo l’accoltellamento dei due militari, il marocchino - un volto noto all’Arma per la sua attività di spaccio nella zona di Nembro teatro della duplice aggressione - si era dileguato ed era stato ricercato nella zona della Valle Seriana da una ventina di pattuglie dell’Arma, compresi diversi carabinieri fuori servizio. L’immigrato è in Italia da una quindicina d’anni, vive a Pradalunga, ha alle spalle un matrimonio con una brianzola dalla quale si è separato da tempo. Era già stato denunciato e arrestato diverse volte sempre per fatti inerenti lo spaccio di droga.

© RIPRODUZIONE RISERVATA