
(Foto di Colleoni)
IL GIALLO. La donna, ancora non identificata, aveva addosso solo la biancheria e sul corpo aveva alcuni tatuaggi. Lungo le braccia e sul viso segni di trascinamento.
Alzano Lombardo
L’ha segnalata un passante, che alle 10.15 ha visto il cadavere sul letto asciutto del fiume Serio sotto il ponte della Provinciale 35, ad Alzano Lombardo. La giovane era sui sassi vicino a un pilastro, supina, con le braccia distese dietro la testa; distese anche le gambe, addosso aveva solo biancheria intima nera e una canottiera bianca arrotolata fin sotto le ascelle.
Niente calze, scarpe, pantaloni, borsa o altri oggetti personali. Sui gomiti e sul viso delle escoriazioni compatibili con segni di trascinamento, come se qualcuno l’avesse presa per le gambe e, appunto, trascinata (e così si spiega la canottiera arrotolata). Dove e come sia morta, però, al momento non è stato accertato. Anche l’ora è da stabilire: era in rigor mortis e il decesso potrebbe risalire anche alla notte tra venerdì e sabato. Il corpo mostrava molti lividi, non c’erano tracce di sangue, a un primo esame esterno non sono emerse ferite da coltello o da arma da fuoco né fratture esposte. Ma solo l’autopsia, prevista mercoledì 9 aprile all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, potrà fare luce sulle cause della morte. La Procura ha aperto un fascicolo per ora senza indagati, l’ipotesi è di omicidio volontario.
Domenica mattina, dopo la chiamata al 112 del passante sono intervenute due auto medicalizzate, un’ambulanza, i Vigili del fuoco con il Nucleo Saf di Bergamo e i carabinieri della Stazione di Alzano. Non c’era ormai niente da fare per la donna, il medico ne ha constatato il decesso e la scena è stata sgomberata immediatamente dagli investigatori. Sono quindi arrivati i militari del Nucleo investigativo di Bergamo e dell’Aliquota per i rilievi: impronte e campioni sul corpo per identificare la vittima e trovare tracce di un ipotetico assassino. Anche se per gli inquirenti, ufficialmente, «nessuna ipotesi è esclusa», quella del gesto estremo appare la meno probabile. E anche se, ufficialmente, fino a domenica sera la ragazza non era ancora stata identificata, un nome gli inquirenti l’hanno già, tanto che è stato chiamato da Milano un nucleo specializzato nel tracciamento dei cellulari.
Di età intorno ai 30-35 anni, alta circa 1,65, carnagione olivastra, aveva un paio di anelli su un dito della mano, fisico atletico, capelli ricci crespi, alcuni tatuaggi. Difficile, solo guardandola, stabilire con certezza se sia italiana o di origini straniere.
Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Giulia Angeleri, si sono concentrati inizialmente sull’esame del cadavere. Nessuna traccia di sangue nel punto in cui è stata ritrovata, sotto il ponte della Provinciale che è alto circa sei metri, nessun oggetto intorno. L’acqua è molto bassa e il corpo, considerando le condizioni della pelle, non è rimasto immerso. Era al contrario sporco della polvere biancastra rilasciata dai sassi del fiume, segno che è sempre stato all’asciutto e non è stato trascinato dalla corrente fino ai massi su cui è stato trovato.
Carabinieri e pubblico ministero si sono poi spostati sulla Provinciale, nel punto da cui la donna potrebbe aver scavalcato il parapetto per buttarsi di sotto (ipotesi comunque non scartata del tutto) o essere stata gettata già morta da qualcuno con l’intenzione di farla finire nel fiume e cancellare ogni traccia. Ma così non è stato e il corpo è finito sui sassi. Oppure potrebbe anche essere stata portata in auto fino al parcheggio di via Guglielmo d’Alzano e da lì, a braccia, abbandonata sul letto asciutto del fiume. Un’impresa però abbastanza difficile per una persona sola, considerato che per arrivare in quel punto bisogna scendere da un piccolo sentiero sterrato e percorrere una ventina di metri tra i sassi portando il peso di un corpo. E poi perché non gettarla in acqua? Possono averlo fatto due persone? Interrogativi che al momento non trovano risposta, le indagini sono all’inizio e procedono a ritmo serrato e nel più stretto riserbo.
Ieri in serata i carabinieri in un comunicato hanno spiegato che sul corpo non sono stati «riscontrati segni riconducibili a una morte violenta». Ma se fosse morta per un malore mentre era in compagnia di qualcuno, perché questa persona ha poi cercato di far sparire il cadavere e ha nascosto i suoi abiti, il telefono e gli effetti personali?
Nel frattempo le indagini procedono anche con il controllo dei sistemi di rilevamento delle targhe delle auto che sono passate per quella zona non solo sabato ma anche nei due giorni precedenti
E se invece si fosse tolta la vita, perché farlo seminuda, arrivando a piedi sulla Provinciale per poi gettarsi da un punto neanche molto alto con il rischio di non riuscire nell’intento? E come si spiegano i lividi su tutto il corpo e i segni di trascinamento sul viso e sulle braccia? Sono compatibili con la caduta sui sassi? Tutti interrogativi a cui dovrà dare risposte l’autopsia. Nel frattempo le indagini procedono anche con il controllo dei sistemi di rilevamento delle targhe delle auto che sono passate per quella zona non solo sabato ma anche nei due giorni precedenti. Denunce di scomparsa, fino a domenica sera, non erano arrivate.
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