Domenica in Presolana sulle orme di Marsel, l’applaudito apripista

La scalata della regina delle Orobie in ricordo dei 150 anni della prima conquista della vetta da parte di Carlo Medici con Antonio Curò e Federico Frizzoni.

A rompere i silenzi che da millenni regnavano tra le rocce della montagna è stato il lungo applauso che Curò e Frizzoni fecero alla loro guida Medici per come aveva affrontato e superato un ostacolo che pareva invalicabile. Domenica 3 ottobre, la ripetizione della prima salita in vetta alla Presolana da parte dei responsabili delle sezioni Cai Bergamo avvenuta un secolo e mezzo fa, coincide con i 200 anni della nascita di Carlo Medici, detto Marsel, che di questa impresa è stato il vero fautore nonché precursore della gloriosa epopea dell’alpinismo orobico.

Nato a Castione il 31 agosto 1821, abile scalpellino di professione i cui manufatti in pietra artisticamente lavorati erano molto apprezzati, grazie ai modesti proventi che riceveva accompagnando i primi facoltosi escursionisti, riusciva a far crescere al meglio gli 8 figli nati dal matrimonio con Maria Ferrari: Giovan Maria, Alfonso, Giacomo, Giuseppe Bortolo, Margherita, Pietro Severino, Caterina, Angelo Pasino.

Incitava a non mollare

Una storia che sa di leggende quella del 3 ottobre di un secolo e mezzo fa compiuta dal Medici, Antonio Curò e Federico Frizzoni all’epoca in cui l’alpinismo ancora adolescente iniziava a conquistare le vergini vette a colpi di coraggio, passione e spirito d’avventura. L’unione Bergamasca Cai, dall’ottobre 2020 per celebrare e far conoscere la storia dei protagonisti della prima salita, impiegando una serie pagine pubblicate da L’Eco di Bergamo, e alcuni di pannelli di Giovanni Mocchi, ha allestito 7 mostre itineranti a cura di altrettante sezioni e sottosezioni bergamasche. Pura tempra valligiana, coraggioso, concreto, riflessivo e prudente quel giorno il Medici mise più volte a dura prova i suoi due compagni di cordata che incitava a non mollare.

«In presenza di alcune rupi che sembravano inaccessibili, se il Medici non ci avesse assicurati che l’aveva a sua volta già scalata, confesso che avremmo ritenuto la cosa impossibile», ha scritto Curò. Pareti che, allo scopo di trovare una via d’accesso alla vetta alcuni giorni prima, la guida castionese aveva salito ed esplorato da solo. Bravura e conoscenza che dimostrò anche quando un altro improvviso ostacolo impediva loro di proseguire.

L’applauso dei compagni

«Il bravo Medici, arditamente e lesto come un gatto, superò la parete a picco, ci gettò la corda, e uno a uno ( Curò e Frizzoni) superammo lo scabroso ostacolo». Abilità e destrezza che dimostrò anche quando i tre avventurosi si trovarono di fronte a una parete verticale di 70 metri per quegli anni invalicabile. Scrive ancora Antonio Curò: «Qui, lo confesso, ci facemmo di nuovo seri: è uno di quei tratti che la memoria non cancella mai più. La nostra guida fu veramente ammirabile per sangue freddo e destrezza e non potemmo fare a meno di battergli le mani».

Il programma in Presolana di domenica chiude le celebrazioni del 150° e prevede alle 7 la salita alla Regina delle Orobie a cura dei presidenti di sezioni e sottosezioni dell’Unione bergamasca Cai, alle 11 la Messa nella Cappelletta Savina aperta in ricordo dei caduti della montagna e alle 12 il brindisi alpinistico e pranzo al sacco con prodotti locali. Nel corso della manifestazione, quale ulteriore invito alla prudenza, al Bivacco Città di Clusone, in memoria di Alessandro Fornoni, sarà inaugurata la centralina con defibrillatore, prezioso strumento salvavita.

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