«Da Saragozza a Valbondione, pulisco le mie amate Orobie»

IL PERSONAGGIO. Le gare di corsa in montagna lo hanno portato in Francia, Portogallo ed Africa, ma Mario Esteban, 53enne spagnolo, è innamorato delle nostre montagne. E durante le uscite raccoglie i vari rifiuti che trova: «Bisogna dare il buon esempio ai giovani».

Quella di Mario Esteban, 53enne spagnolo di Saragozza, è una storia di amore a prima vista con le nostre Orobie (ed in particolare Valbondione) malgrado le gare di corsa in montagna lo abbiano portato anche in Francia, Portogallo ed Africa.

«Pratico questa disciplina da moltissimi anni – spiega in italiano – e questa mia passione mi ha aiutato a scoprire, grazie anche alla mia squadra che si chiama Ibonciecho, molti luoghi caratteristici di questi paesi. In Africa ho avuto il piacere di disputare una gara a Rèunion, un’isola tropicale di origine vulcanica con montagne di oltre tremila metri. In Portogallo, invece, lo scorso mese di aprile mi sono piazzato terzo assoluto al campionato mondiale master over 50».

La piacevole scoperta delle montagne bergamasche risale a una decina di anni fa. «Nel 2014 mi trovavo in Francia per disputare il famoso Tour de Geants (340 chilometri con quasi 23mila metri di dislivello positivo) e un atleta bergamasco mi disse che l’anno successivo si sarebbe disputata la Orobie Ultra Trail di 140 chilometri, da Clusone a Bergamo Alta. L’idea mi affascinò da subito. Nel mese di maggio venni quindi in Val Seriana a cercare un appartamento per il periodo a ridosso dell’evento perché mi sarebbe poi piaciuto trascorrere un paio di settimane con mia moglie e i due figli; Valbondione mi sembrava il luogo più adatto, visti gli innumerevoli itinerari escursionistici che poteva offrire ed infatti, da allora, non lo abbiamo più lasciato».

Nel corso degli anni la famiglia Esteban ha girato un po’ ovunque sulle montagne dell’Alta Val Seriana stringendo amicizia con altre famiglie di villeggianti, pastori e rifugisti o incontrando atleti (come Oliviero Bosatelli e Marco Zanchi) conosciuti durante le gare.

«Le vostre montagne – prosegue ancora Mario – hanno alcune similitudini con i Pirenei, ma qui c’è più acqua e verde. Sono però più “ripide” e la roccia particolarmente friabile alle quote superiori obbliga a prestare molta attenzione».

Il suo motto («In montagna sì, ma senza lasciare nessuna traccia sul sentiero») aiuta poi a comprendere da dove tragga origine la sua abitudine a raccogliere i vari rifiuti che trova sul proprio cammino, anche durante gli allenamenti.

Incontro prezioso

«Nei giorni scorsi – ha concluso - eravamo in Val Sanguigno, sopra Valgoglio, ed abbiamo avuto la fortuna di incontrare e conoscere il micologo Pierino Bigoni. Lo abbiamo ascoltato con molto interesse perché anche la sua conoscenza della flora è invidiabile. Durante la discesa nel frattempo ho iniziato a raccogliere i rifiuti che trovavo ai margini del sentiero e gli ho spiegato che compio questo gesto ovunque mi trovi perché siamo i primi a dover dimostrare ai giovani quale sia il comportamento giusto da tenere».

Le vacanze in Italia sono ormai finite e Mario tornerà a dedicarsi al suo lavoro di massaggiatore, osteopata e preparatore di atleti che si cimentano nelle gare ultra trail, ma con una promessa. «Non vediamo l’ora di tornare a Valbondione il prossimo anno».

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