Da Clusone fino a Caravaggio
I «motori» bergamaschi del turismo

In cima alla classifica svetta Orio al Serio, con il suo aeroporto (vedi alla voce «accessibilità del territorio») e il richiamo dei centri commerciali. Segue Bergamo, poi alcune perle della provincia: Castione della Presolana, Clusone, Caravaggio, Lovere.

Di provare a calcolare il «potenziale di consumo turistico» di tutti i Comuni lombardi si è fatto carico uno studio del Centro sullo Sviluppo dei territori e dei settori della varesotta Liuc Business School, con il supporto di Ubi Banca. L’analisi, in realtà, calcola in generale il «potenziale di consumo» complessivo di ciascun territorio, per valutarne le prospettive di sviluppo e suggerire le linee da seguire per mettere in moto nuove dinamiche economiche.

In generale la Bergamasca la figura più brillante la fa sul fronte «residenziale» (benessere e livello di istruzione degli abitanti) e «pendolare» (capacità di attrarre imprese e lavoratori). Temi però che si concentrano soprattutto in pianura, lungo la direttrice della A4 e delle grandi infrastrutture.

Su L’Eco di Bergamo di lunedì 5 agosto due pagine di approfondimento e tre storie che alleghiamo qui sotto, integrali.

Non solo agosto e Capodanno a Castione: pienone nei weekend
«Nei weekend registriamo l’arrivo di almeno 10-12 mila persone, toccando in certi periodi anche le 40-50 mila». Il segreto di Castione della Presolana forse è tutto in una parola: «destagionalizzare». Ovvero, un turismo che è andato oltre i classici quindici giorni di agosto e le feste di Natale, e ormai si spalma (ovviamente con delle oscillazioni in base ai periodi) lungo tutto l’arco dell’anno. I punti di forza sono tanti: dalla natura alle stazioni sciistiche «in forte miglioramento», passando per la buona tavola. «Abbiamo una rete di ristorazione di eccellenza: locali di qualità con prezzi giusti», dice il sindaco Angelo Migliorati. Lo sforzo poi in questi anni si è concentrato nell’andare oltre la platea dei villeggianti «storici»: «Abbiamo puntato sul turismo sportivo, che attira famiglie giovani con bambini, ad esempio con la palestra di roccia. Tra gli obiettivi prossimi c’è anche un potenziamento del centro sportivo - dice Migliorati -. E poi abbiamo aggiornato il sito web, fondamentale per la promozione del territorio». Certo, se la ricerca della Liuc Business School mette al centro il dato economico, non si possono non citare le strutture ricettive, che qui non mancano e probabilmente contribuiscono in modo determinante a «spingere» Castione sul podio orobico per potenziale di consumo turistico: «Abbiamo un migliaio di posti letto in albergo», dice il primo cittadino. Un numero che pone la cittadina vallare addirittura al secondo posto a livello provinciale dopo il capoluogo. «Gli hotel hanno saputo rinnovarsi e offrono pacchetti interessanti», aggiunge Migliorati. Evidenziando che qui, a muoversi, è stato il paese intero: «Si è capito che il turismo è una risorsa. Abbiamo circa 7.500 seconde case, molti proprietari hanno adeguato le strutture alle esigenze di oggi, segnando anche una bella ripresa degli affitti. E molto bene sta andando l’affitto di rifugi e baite». Un obiettivo per guardare avanti? «Vorremmo migliorare l’asse commerciale di Bratto-Dorga, con interventi infrastrutturali per dargli un’immagine propria, riconoscibile, di luogo di passeggio e di svago». Perché, se si parla di consumi, il ruolo dei negozi resta cruciale.

A Lovere il turismo significa opportunità
Chi passa per Lovere, in queste settimane e fino a metà settembre, vedrà proiettate sulle facciate di alcuni degli edifici più significativi le immagini di opere d’arte che hanno a che fare con l’amore. È il «Borgo della luce», progetto multiforme che in vari periodi dell’anno illumina a tema i palazzi , dando al borgo (che rientra nel club dei «più belli d’Italia») un’immagine ancor più romantica. «Si è fatto un grande lavoro sugli eventi e la cultura, dalla musica all’arte, senza dimenticare la nostra storia», dice il sindaco Alex Pennacchio. Che quando inizia a snocciolare appuntamenti, eventi e ritrovamenti, è un fiume in piena. «Dal 2014, poco dopo la riapertura, al 2018, la torre civica ha sfiorato i centomila visitatori», cita per esempio il primo cittadino. Ma da queste parti non si sta fermi, e infatti nel frattempo la torre è stata richiusa, per il restauro delle facciate. «L’intervento dovrebbe essere completato per metà settembre». In dirittura anche il restauro conservativo dell’ex chiesa di Santa Chiara, mentre ci si prepara ai 500 anni della consacrazione della basilica di Santa Maria in Valvendra, nel 2020. Il sogno per il futuro è il museo archeologico, da realizzare recuperando l’immobile delle ex carceri, per arricchire ancor di più un patrimonio espositivo che già vanta l’Accademia Tadini, con le opere di Canova e Francesco Hayez. Poi certo ci sarebbe il dettaglio che tutto questo si affaccia sul lago e sulle sue bellezze naturalistiche: «Abbiamo fortemente voluto il G16 per collaborare tra Comuni del Sebino, senza distinzioni tra sponde. Finalmente si ragiona in un’ottica di lago», dice Pennacchio. Che nel suo paese ha notato anche «un incremento importante delle case vacanza. Oggi quelle autorizzate sono 72, che si aggiungono ai b&b e all’ostello, che lavora moltissimo». Così, nel giro di qualche anno, un paese che ha ruotato a lungo attorno all’industria (qui, per dire, ha sede la Lucchini) ha allargato gli orizzonti: «Lo stabilimento ha sempre garantito “il pane”, all’inizio il turismo era visto quasi come un disturbo. Ma con la crisi si è capita la necessità di ampliare le prospettive e diversificare. E le cose stanno andando bene».

San Pellegrino, un «brand» che fa il giro del mondo: «Ora puntiamo sui pacchetti»
Da fare c’è ancora, ma qualche risultato è arrivato». Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino, tiene un profilo prudente. Ma il suo è tra i paesi orobici che in questi anni, sul fronte dello sviluppo turistico, registrano il maggior fermento. L’operazione-terme ha giocato un ruolo fondamentale, e tanto altro bolle in pentola. «Certo la grande evoluzione ha fatto sorgere anche qualche difficoltà, per esempio sui parcheggi, che sono diventati un po’ carenti», osserva il sindaco. Il tema è tutt’altro che marginale: «Risolvere i problemi pratici è importante per contemperare le esigenze dei turisti e dei residenti, e favorire così una lettura positiva di questi fenomeni». Perché San Pellegrino di potenziale ne ha, eccome. Lo conferma un recente studio - piano di marketing per la valorizzazione del Grand Hotel, in cui si evidenziano i punti di forza e di debolezza del paese. Tra i vantaggi c’è senza dubbio un nome che è anche un marchio, conosciuto in tutto il mondo grazie all’acqua minerale (il cui futuro nuovo stabilimento diventerà a sua volta un’attrattiva), per non parlare delle bellezze del liberty, delle Grotte del Sogno, delle terme che dalla riapertura registrano numeri da capogiro. E tanto altro è in programma. Ma tra le criticità evidenziate dallo studio c’è la difficoltà di mettere in rete questi singoli attrattori, costruendo un’offerta integrata. Oltre alla viabilità, che spera in una scossa con la sospirata variante di Zogno. E se per la Bergamasca una «debolezza» diffusa è la tendenza a soggiorni brevi, con un turismo «mordi e fuggi», a San Pellegrino con l’apertura delle terme questo aspetto si è accentuato: «Chi si ferma lo fa in genere per una notte. Servono invece pacchetti che invoglino a rimanere, a scoprire anche altri luoghi della valle e la nostra enogastronomia - rileva il sindaco -. Qui stiamo lavorando con la nostra associazione Oter, ma abbiamo fiducia che anche VisitBrembo ci aiuti a sviluppare quella parte, portando avanti proposte su più paesi».

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