«Cervo morto, ho subito pensato a una predazione». Il racconto del cacciatore che ha ripreso i due lupi

Gromo. Gabriele Salvoldi dopo il ritrovamento dell’ungulato sbranato a Gandellino: «Poi, con una fototrappola, sono riuscito a fotografare i due canidi». Leggi di più su L’Eco di Bergamo dell’8 marzo.

Sono trascorsi pochi giorni da quando in alta Val Seriana è stata ipotizzata la presenza, o comunque il possibile passaggio, del lupo. Gabriele Salvoldi, 37 anni, di Gromo San Marino, ricorda così il ritrovamento di un animale selvatico morto nel bosco di famiglia a Gandellino: «Appena mi è stata segnalata la cosa mi sono recato sul posto notando un gran quantitativo di pelo sparpagliato un po’ ovunque ma anche tracce di sangue molto evidenti».

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Sulla natura del ritrovamento Salvoldi non ha avuto alcun dubbio, forte della sua esperienza accumulata negli anni in campo venatorio e oggi come presidente degli ungulatisti del Comprensorio alpino Valle Seriana. «Si trattava di una femmina di cervo di un anno di età che era già stata individuata dai predatori. Visto che il suo stato di conservazione era comunque da ritenersi buono ho pensato che la sua morte risalisse a poche ore prima. In base alla mia esperienza, nonché le particolari modalità con cui era avvenuta la predazione, ho subito pensato che si trattasse di un lupo. Essendo questa una mia opinione personale, e confidando in una più autorevole, ho subito contattato il Servizio di vigilanza ittico-venatoria che opera sul territorio. Non potendo salire in giornata mi hanno consigliato di posizionare una fototrappola, che avevo in casa, nell’eventualità che l’animale ritornasse».

La scelta ha subito dato i suoi frutti visto che la notte successiva il dispositivo ha fotografato due animali che, dal punto di vista anatomico e strutturale, sembrerebbero lupi.

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