Capodanno nei rifugi, per l’Albani mille richieste

IL BOOM. Tanti sono «sold out» da mesi e c’è già chi prenota per fine 2025. Al Calvi salita con le guide.

Il «sold out» è stato raggiunto ad aprile, ma le richieste hanno continuato e stanno continuando ad arrivare senza interruzione. Fino ad aver superato la cifra «monstre» di mille richieste.

Il cenone nei rifugi delle Orobie sta diventano un fenomeno e anche quest’anno è il rifugio Albani, a Colere, a dimostrarsi tra le mete più ricercate. «Abbiamo 40 posti letto, ci stringeremo e aggiungeremo qualche posto per arrivare a una cinquantina: sarebbe bello avere posto per tutti, ma più di così non possiamo – dice il gestore Chicco Zani –. Le prenotazioni erano già esaurite ad aprile. Per ragioni di sicurezza, pretendo che chi viene per cena si fermi anche a dormire, per evitare cadute o congestioni nella discesa di notte». Le persone che nei mesi successivi hanno chiamato al rifugio per chiedere di prenotare sono state quest’anno tantissime: «Sicuramente oltre mille. C’è qualcuno che si prenota già per il Capodanno dell’anno prossimo».

L’Albani sarà aperto tutti i giorni a pranzo e cena dal 27 dicembre al 6 gennaio. «Abbiamo alcune altre sere con i posti già esauriti, ma altre no – dice ancora Zani –, ma tutte le sere al rifugio sono affascinanti, non solo Capodanno».

La situazione dell’Albani - pur nell’eccezionalità dei numeri delle richieste - non è tuttavia un caso singolo. La frequentazione della montagna «quattro stagioni» - complici il cambiamento climatico che ha ridotto la presenza della neve e l’esplosione del turismo di prossimità sulle Orobie nel periodo pos pandemia - è infatti ormai una certezza.

Anche il rifugio Magnolini, al Monte Pora, è pieno da tempo: «Abbiamo 70 posti a sedere, ma se avessimo avuto 400 posti li avremmo riempiti tutti – riferiscono i gestori –. Abbiamo aperto le prenotazioni a inizio novembre e nel giro di pochi giorni eravamo pieni, nonostante ci sia una camminata di circa mezz’ora da fare anche al rientro per chi non si ferma a dormire». Sempre in zona, ci saranno anche 200 persone al cenone della Baita Termen e una sessantina al Pian de la Palù, i due rifugi gestiti da Irta, la società che si occupa anche degli impianti del Pora. «Tantissimi chiedono di potersi fermare a dormire – dice Sara Legrenzi, responsabile marketing di Irta –. Noi abbiamo solo una ventina di posti letto al Palù, ma per il cenone abbiamo riempito comunque entrambi i rifugi». Ha organizzato un servizio di trasporto, tramite un gatto delle nevi allestito con una cabina in cui possono stare una trentina di persone, il rifugio Vodala, agli Spiazzi di Gromo: «Tutto esaurito da settembre, ma anche nei mesi successivi sono arrivate altre richieste – riferisce il gestore Alessandro Testa –. Abbiamo 200 posti a sedere, poi rientreranno tutti dopo la cena perché non abbiamo camere».

Pienone anche al Campel, a Lizzola: «Sono 120 le persone per il cenone e 35 a dormire. A chi si vuole fermare chiediamo di restare tre notti, dal 30 dicembre al 2 gennaio, ma abbiamo comunque tutto pieno. Nonostante abbiamo pubblicato più volte sui social la notizia del «sold out», continuano ad arrivare richieste» dice Omar Semperboni, che afferma con il sorriso: «Ci vorrebbero tre o quattro Capodanni».

Una settantina le persone presenti all’Alpe Corte, a Valcanale di Ardesio: «Per il pernottamento eravamo già pieni dopo un paio di giorni dall’apertura delle prenotazioni, ad ottobre» riferisce la rifugista Serena Bonacorsi.

Aperti anche il Carlo Medici ai Cassinelli, in Presolana, e il Gherardi, in Val Taleggio, dove le prenotazioni sono chiuse da ottobre.

Il rifugio Capanna 2.000, nel Comune di Oltre il Colle, è sold out da giugno: «Abbiamo pochi posti letto, è arrivata subito una compagnia da 45 persone che ci ha riempito il rifugio in un attimo – riferiscono i gestori –. Abbiamo allestito anche un’altra stanza per il pernottamento di emergenza».

Ha optato per una proposta diversa il Calvi, a Carona: «Abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo, per preservare anche a Capodanno lo spirito proprio del rifugio di montagna - dice Andrea Berera -. Abbiamo organizzato una salita con guide alpine e accompagnatori, con partenza alle 15 e tappa a Prato del lago per una merenda. Al rifugio ci saranno la cena e il brindisi davanti al falò a mezzanotte, poi si rientrerà tutti all’una, sempre accompagnati. Non sarà possibile fermarsi a dormire al rifugio. Una festa eccessiva, che va avanti fino ad orari folli, non mi sembra in linea con lo stile del rifugio».

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