Bimba di 18 mesi morta in casa da sola. La mamma aveva raccontato che la piccola era al mare con la sorella

Il dramma Arrestata la madre che l’ha abbandonata a Milano per raggiungere il compagno a Leffe. Aveva detto che la figlia era al mare con la sorella. La piccola era nata in Valgandino. Choc in paese: «Diceva di essere una psicologa».

In piazza Libertà a Leffe in tanti se la ricordano quella bimba «così carina e silenziosa» che spesso si vedeva nel passeggino e che era nata in casa, il 29 gennaio dell’anno scorso, proprio qui vicino, in via Piave. E tutti restano impietriti nell’apprendere di come sia morta a soli 18 mesi.

La trentaseienne è ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, con la pesante accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla premeditazione

Giovedì 21 luglio quella madre che la portava spesso in giro anche per queste strade e che aveva raccontato a tutti di come non si fosse accorta di essere incinta fino al momento, improvviso, del parto – «diceva di essere una psicologa infantile e di saperci fare con i bambini», ricorda una commerciante – è stata infatti arrestata con l’accusa peggiore per una mamma: quella di aver ucciso la figlia, lasciandola da sola nella loro casa di Milano, zona Ponte Lambro (vicino a Linate), dalla sera di giovedì scorso e fino alla mattina di mercoledì. Sei interminabili giorni che Alessia Pifferi, 37 anni ad agosto, disoccupata, ha trascorso proprio a Leffe, a casa del compagno Mario D’Ambrosio, elettricista, lasciato all’oscuro di tutto ed estraneo alle contestazioni mosse alla donna: «D. è al mare con mia sorella», avrebbe detto all’uomo, 58 anni, che non è il padre della bambina, che porta infatti il cognome della madre e che è nata da una precedente relazione («il padre non ne sapeva nemmeno l’esistenza», avrebbe raccontato). Invece la piccola era a casa da sola, in via Parea, nell’appartamento dove la stessa Pifferi l’ha ritrovata senza vita mercoledì mattina. «Sapevo che poteva andare così», è stata la sua agghiacciante risposta al pm milanese Francesco De Tommasi che l’ha interrogata, trovandosi di fronte una donna rimasta sempre fredda, che non ha mai pianto e che ha ammesso di essere consapevole di quelle che sarebbero potute essere le conseguenze del suo comportamento. «Già altre volte l’avevo lasciata da sola nei fine settimana ed era sopravvissuta», ha raccontato in maniera del tutto serena. La trentaseienne è ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, con la pesante accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.

La piccola sarebbe morta di stenti, anche se la magistratura milanese ha disposto l’autopsia sul corpicino, che è stato trovato in un lettino da campeggio e che non aveva segni di violenza. Nell’appartamento milanese la Squadra mobile ha trovato e sequestrato, accanto al biberon pieno a metà, anche un flaconcino di «En», un ansiolitico, pure pieno a metà. L’esame autoptico servirà a chiarire se la piccola sia stata in qualche modo «addormentata» con il potente tranquillante, visto che nessuno l’ha sentita piangere o strillare, come sarebbe stato altrimenti normale, durante i sei giorni successivi. Dalle indagini è anche emerso che durante i sei giorni trascorsi a Leffe – dove, rispetto ai periodi precedenti, in paese non si era comunque vista in giro – Alessia Pifferi era tra l’altro tornata proprio a Milano per accompagnare il compagno in alcune commissioni di lavoro, ma che durante questa breve tappa non è passata a sincerarsi delle condizioni della figlioletta.

Mercoledì mattina è stata poi proprio la trentaseienne – in quel frangente sì, piangendo a dirotto – a chiamare una vicina e poi il 112 quando ha trovato la piccola D. senza vita nello stesso lettino da campeggio dove l’aveva lasciata sei giorni prima. La Scientifica e la Mobile hanno rapidamente compreso le circostanze della morte della bimba e la madre è stata interrogata e sottoposta a fermo di indiziato di delitto. «L’avevo lasciata giovedì sera nel lettino dopo averle cambiato il pannolino, averla pulita e averle lasciato un biberon pieno di latte», ha raccontato. Peccato che da quel momento siano poi passati sei lunghi giorni, che si sono rivelati fatali per la bimba abbandonata.

Dalle indagini è anche emerso che durante i sei giorni trascorsi a Leffe, Alessia Pifferi era tra l’altro tornata proprio a Milano per accompagnare il compagno in alcune commissioni di lavoro, ma che durante questa breve tappa non è passata a sincerarsi delle condizioni della figlioletta

Venerdì nell’abitazione di Milano (nello stesso stabile, ma in un altro appartamento, vive anche l’ex marito della Pifferi: i due sono separati da tre anni) è arrivata dalla Calabria, dove vive, la madre della donna. Quella stessa madre che Alessia Pifferi – non si sa perché – l’anno scorso a Leffe andava in giro a raccontare fosse morta di Covid: «Mi aveva detto che doveva andare in gita con il compagno – racconta una negoziante – e che la figlia gliel’avrebbe tenuta la mamma, ma che poi era saltato tutto perché la madre si era ammalata di Covid e, alla fine, era pure morta. “Devo andare in Calabria per i funerali”, aveva raccontato». Tutte evidentemente invenzioni che, rilette oggi, danno l’idea di una persona piuttosto strana, benché non gravata da problemi di tossicodipendenza o di degrado. A Leffe andava in giro a dire di essere un medico, una psicologa infantile: «Quando infatti è nata D., l’ho subito fatta respirare mettendole le dita in bocca come facciamo noi medici», aveva raccontato del parto, benché l’interlocutore si fosse chiesto – senza palesarle la domanda – come mai un medico non si fosse accorta di una gravidanza in atto (la piccola era poi nata due mesi prima del termine). «Non so cosa dire, non sappiamo niente di preciso, abbiamo solo sentito anche noi quello che è accaduto», risponde il fratello di Mario D’Ambrosio mentre rientra a casa. Nessuna traccia, invece, giovedì dell’elettricista, che è stato sentito dagli inquirenti e che è rimasto involontariamente coinvolto in una vicenda che ha spiazzato tutta Italia e lasciato senza parole anche gli stessi inquirenti e investigatori.

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