Albino, ultimo saluto all’architetto Benvenuto Acerbis

IL LUTTO. Sabato 15 febbraio l’addio al professionista. Progettò il riposizionamento del presbiterio della chiesadedicata a San Giuliano.

Era il 1964 quando, in pieno clima conciliare, Benvenuto (Benvi) Acerbis, storico architetto di Albino, sviluppò un progetto per ripensare il posizionamento del presbiterio della chiesa prepositurale di San Giuliano, in modo che il celebrante non voltasse più le spalle ai fedeli. Ancora oggi, oltre sessant’anni dopo, per ricordare Benvi, morto mercoledì 12 febbraio a 82 anni dopo una lunga malattia, si parte da qui. Eppure, di «segni» della sua capacità plastica e creativa ne ha lasciati diversi sul suo cammino. Basti pensare che, nel 2016, fu lui a curare il progetto di allestimento di «Persico Art», realizzando uno spazio museale con l’atelier permanente di Dietelmo Pievani all’interno di un magazzino della «Persico spa».

Sabato 15 febbraio familiari e amici si sono ritrovati nella chiesetta di San Bartolomeo per un ultimo saluto. Secondogenito di nove fratelli – tra cui Franco, industriale fondatore della «Acerbis» –, perse il padre nei primi anni Sessanta. Il nonno, da cui Benvenuto prese il nome, nel 1870 aveva aperto una bottega di falegname ad Albino.

«Cercatore e intellettuale»

Frequentò il liceo scientifico a Bergamo prima di lanciarsi sugli studi di architettura, attività che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Ma oltre a essere architetto professionista, Benvenuto è stato insegnante di matematica alle medie di Albino e consigliere comunale tra le fila del partito socialista tra il 1970 e il 1980. «Prima che colleghi eravamo amici, siamo cresciuti insieme in oratorio – ricorda Angelo Calvi, 84 anni, in passato docente e preside nella stessa scuola –. Don Luigi Pagnoni, quando ha pubblicato nel 1984 il libro sulle chiese parrocchiali bergamasche, cita espressamente Benvi per il suo lavoro nella chiesa di Albino, esprimendo apprezzamento». Chi lo ha conosciuto da vicino come lui, sa che fu anche un «cercatore e un intellettuale nel campo dell’arte qui ad Albino, con diverse pubblicazioni sul Moroni». Il suo modo di vedere la vita – contenuto in una lettera indirizzata al parroco durante la pandemia, che sarà pubblicata sul bollettino parrocchiale di Albino – si può riassumere in queste parole: «Quello che è umano è cristiano».

Il ricordo di don Giuseppe Locatelli

Prima di impartire la benedizione, il parroco don Giuseppe Locatelli ha ricordato il progetto di riposizionamento del presbiterio della chiesa di Albino. «Un’opera – ha sottolineato don Locatelli – che potremmo dire sfiderà i secoli come le nostre chiese». Il tema della bellezza, la stessa che in vita Acerbis ha sempre ricercato, è stato al centro anche del suo ricordo. «Se è vero che la bellezza è una delle manifestazioni di Dio – ha detto ancora il parroco – probabilmente Benvi si è trovato più vicino a Dio di quanto non pensasse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA