A Gorno in miniera?
Invecchia lo spumante

Sono 1.650 le bottiglie di spumante che resteranno a dimora per cinque anni nella miniera «Costa Jels» di Gorno.

Così, grazie al vino prodotto con metodo classico biologico dall’azienda «Nove Lune» di Cenate Sotto, i cunicoli della miniera gornese torneranno a rivivere. La «deposizione» dello spumante è avvenuta nella mattinata di lunedì 15 giugno, alla presenza del sindaco Giampiero Calegari e dell’amministrazione comunale, dei volontari dell’Ecomuseo delle Miniere di Gorno e del gruppo Taissine.

«Abbiamo ricevuto la richiesta del produttore di vino Alessandro Sala – racconta il primo cittadino -, abbiamo aperto la cosa a tutti e l’unica manifestazione di interessare giunta è stata appunto quella dell’azienda di Sala. Siamo stati sin da subito entusiasti della cosa: abbiamo pensato che fosse una bella opportunità per il territorio, per mantenere in vita la memoria della miniere, e contribuire a renderle famose. Non abbiamo richiesto alcun contributo, ma di comune accordo con l’azienda produttrice, si è stabilito che lo spumante prenderà il nome della miniera». Le bottiglie sono state poste in una via laterale a fondo chiuso, pertanto le gallerie resteranno ancora visitabili ed aperte al pubblico.

«Assenza totale di luce – si legge nella descrizione dello spumante –, temperatura di dieci gradi, un’umidità del 95% costanti tutto l’anno e silenzio assoluto. Dopo questa lunga sosta e raggiunta la maturazione ideale, le bottiglie vengono riportate in cantina per le operazioni prima del confezionamento e la preparazione per raggiungere le tavole dei consumatori».

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