A Gandellino incontri ravvicinati con i lupi. «Non vogliamo ucciderli, ma sentirci sicuri»

ALTA VALLE SERIANA. Intensificati gli avvistamenti, anche vicino alle case. La sindaca: «Chi viene soltanto nei weekend pretende di trovare un’oasi per animali». La polizia provinciale: «La situazione è meno grave di quella percepita».

Il lupo qui a Gandellino, alta Valle Seriana, è arrivato fuori dalle case all’ora di cena, risvegliando atavici timori e innescando polemiche moderne tra correnti di pensiero, e cioè tra chi spinge per limitarne la libertà d’azione ed evitare così ansie e danni e chi ricorda che è una specie protetta e fondamentale per il ciclo della natura.

«Molte persone sono convinte che vogliamo la morte del lupo. Non è vero, in paese esiste solo una grande paura - protesta la sindaca Flora Fiorina -. L’animale va rispettato, ma prima c’è l’uomo». «Lo scontro - osserva Nicoletta Belingheri, consigliere comunale, che sta monitorando il fenomeno per conto del Comune - nasce dal fanatismo di persone che sostengono il contrario». «E che non vivono sul territorio - incalza la prima cittadina -. Chi ha scelto di vivere in montagna deve già sopportare molti disagi: carenza di lavoro, collegamenti difficoltosi, frane, esondazioni. Invece tanti che abitano in città vengono qui nel weekend e pretendono di trovare un’oasi per animali».

«La situazione non è così pericolosa come è percepita»

Il pensiero corre alle predazioni estive che stanno mettendo a dura prova gli ultimi pastori. Anche se, numeri alla mano, la situazione non sembra così drammatica. «La percezione del problema a volte non coincide col problema e certe volte il problema è la percezione», fanno sapere dalla polizia provinciale. Che non si schiera da nessuna parte e tiene a sottolineare il proprio approccio tecnico. «Comprendiamo i timori e non sottovalutiamo la situazione - ribadiscono dal comando di via Tasso -, ma in modo razionale dobbiamo dire che non è così pericolosa come viene percepita».

Dove sono i lupi sulle Orobie

I lupi sulle Orobie dovrebbero essere una ventina, divisi in 3 gruppi. Quello in alta Val Seriana è composto da 6 esemplari, tra cui la famosa lupa a tre zampe che pare abbia mantenuto lo scettro di capo branco (in Italia in questo periodo il governo è declinato al femminile). «Non risultano attacchi a persone in Bergamasca - specifica la polizia provinciale -. Il lupo ha paura dell’uomo e scende a valle solo tra autunno e inverno, seguendo le prede, per lo più cervi e altri ungulati. Se eliminassimo il branco se ne insedierebbe un altro. Cosa che non può accadere fino a che è attivo questo: la specie tiene al territorio e ha un areale di circa 100 km. Se arrivassero esemplari estranei, sarebbe lo stesso branco a ucciderli».

Insomma, se il gruppo di lupi seriani non cresce in progressione geometrica, ci sarebbe anche da stare tranquilli in tema di cifre. Così come le predazioni degli armenti che sono, sì, aumentate sensibilmente (2 nel 2020, 4 nel 2022, 42 nel 2023 e 56 quest’anno, con 91 tra capi uccisi, feriti o dispersi), ma restano pur sempre limitate allo 0,45% della popolazione in alpeggio (stimata trai 18 e i 20mila capi). Il problema, però, è che qui, sotto il maestoso Redorta, i raid urbani del lupo, per lo più serali e notturni, sembrano essersi intensificati. Nella frazione di Gromo S. Marino non più tardi di un mese fa Gabriele Salvoldi ha filmato 2 esemplari a 50 metri da casa sua, in località Gabriasca.

I lupi ripresi da una telecamera a Gandellino.

«Erano le 20, sono uscito in strada coi miei figlioletti per vedere se c’erano i cervi e riprenderli con la telecamera a infrarossi. A 30 metri da noi ho visto due lupi. Non sono scappati». Nicoletta Belingheri racconta di 4 incontri ravvicinati negli ultimi 2 anni e di quella sera in cui ha dovuto attendere 40 minuti barricata in auto per poter rientrare in casa: «C’era un lupo che non si spostava neppure suonando il clacson». Ad aprile Aldo Pasini, 68 anni, s’è visto predare due agnelli del gregge di 100 pecore che pascolava nel parco giochi vicino alla chiesa. «A Fontanamora, in Val Sedornia, dove faccio pascolare mille ovini, ho subito tre predazoni. Quest’estate due lupi si sono avvicinati agli animali e ho dovuto tirargli dei sassi per farli allontanare».

Che fare, allora? Si arriverà ad abbatterli, dopo che la Ue ha declassato il livello di protezione della specie (anche se l’applicazione del principio potrebbe perdersi tra i cavilli)? «Non vogliamo l’uccisione, desideriamo solo che la parte antropizzata dei paesi sia sicura, se no non possiamo più neppure far uscire i bimbi». «Qui incontri più gente alle 4 del mattino che alle 4 del pomeriggio», sorride Nicoletta, alludendo ai muratori che partono prima dell’alba in direzione Milano. E in effetti alle 16 incroci solo 3 persone, nessuna delle quali s’è mai imbattuta nel lupo. Ci sono 4 gradi e il rumore del Serio che scorre. «Io esco di sera col cane, mai incontrato lupi», confida Francesco Cedroni, l’unico capace di sfidare il coprifuoco invernale in cui il paese sembra essere incorso. Un po’ per paura, un po’ per il gelo, ma soprattutto perché l’indomani mattina c’è da alzarsi presto.

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