Unhcr sul rientro in Ucraina degli orfani: «Preoccupati»

VALLE IMAGNA. L’agenzia Onu: «Il pericolo di attacchi è costante e il sistema sanitario in ginocchio». Non ancora fissata la partenza.

Le comunità di Rota Imagna, Bedulita e Pontida rimangono nell’incertezza: la data in cui avverrà il rimpatrio, deciso dal Tribunale dei minori di Brescia, dei 60 orfani ucraini ospitati qui negli ultimi due anni e mezzo ancora non si conosce. «Dal consolato di Milano non ho ancora ricevuto risposte - conferma Roberto Facchinetti, sindaco di Bedulita, che ha scritto una lettera per avere delucidazioni sulla data (dal 12 agosto sarebbe prevista, infatti, una vacanza al mare, a Pinarella di Cervia, per gli otto orfani ospitati a Bedulita. ndr) -. Ho chiesto anche informazioni sulla gestione del passaggio di consegne, come mi sembra normale: ci sono due bambini che hanno messo degli apparecchi ortodontisti, altri che hanno iniziato delle cure, vorremmo capire se potranno continuare oppure no».

Leggi anche

Anche Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, con un comunicato ha espresso la propria «preoccupazione per i possibili bisogni e rischi di protezione internazionale» dei 60 minori di Rota, Bedulita e Pontida. «Molti dei bambini di questo gruppo hanno esigenze specifiche e ricevono attualmente cure e servizi specializzati in Italia - scrive l’agenzia -. È importante considerare attentamente la disponibilità di queste attenzioni al momento del rientro in Ucraina per garantire la continuità dell’assistenza».

Viene ricordato che in Ucraina «il pericolo di attacchi militari è costante e continuo, anche nei confronti della popolazione civile, le fonti energetiche sono razionate o assenti, le infrastrutture danneggiate, il sistema sanitario in ginocchio».

Inoltre, viene enfatizzato positivamente «il livello di integrazione sul territorio raggiunto in due anni dai bambini, attorno ai quali si è formata una rete di sostegno da parte della comunità locale, grazie alla quale i minori hanno intrapreso un percorso scolastico ed extra-scolastico, di cura e di relazioni sociali. L’impegno della comunità e della società civile è stato fondamentale per fornire un ambiente di sostegno che favorisse il benessere e lo sviluppo dei bambini fino al loro rientro in sicurezza in Ucraina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA