Quasi trentamila bergamaschi orfani del medico di base

SANITÀ TERRITORIALE. Sindaci preoccupati del passaggio agli ambulatori temporanei. Bertolaso: «Sarà graduale».

Sono circa 30mila i bergamaschi orfani del medico di base. Ed abitano soprattutto nella Bassa pianura e in Alta Valle Seriana, i due territori in cui è più sentita la carenza di dottori. Per far fronte al problema nel 2022 è stata ideato la Continuità assistenziale diurna diffusa, che ha permesso ai pazienti orfani di essere visitati (previa prenotazione tramite portale, app o farmacie) dai medici di base in attività disponibili a mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo. La sperimentazione ha consentito di tamponare l’emergenza-carenza, ma da lunedì primo aprile la Cad diffusa verrà sostituita dagli Amt, gli Ambulatori medici temporanei, come stabilito da Regione Lombardia.

Nuova formula e nuovo compenso: si passerà infatti dai 20 euro a visita della Cad diffusa ai 40 euro lordi l’ora (indipendentemente dal numero di prestazioni eseguite) dell’Amt. Proprio per questo molti medici bergamaschi stanno pensando di non aderire al nuovo servizio, con conseguente possibile beffa per i pazienti orfani che si troverebbero ulteriormente soli. Mentre da Regione è stato spiegato che la nuova formula permetterà di uniformarsi al resto della Lombardia. «Con gli Amt cambia semplicemente la modalità di organizzazione, non più basata sulla prestazione ma sul tempo di erogazione – spiega l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertoloso –. Il passaggio sarà graduale e consentirà di avere uniformità su tutto il territorio regionale. Gli ambulatori di Cad diffusa facevano parte di un progetto sperimentale che ha avuto degli aspetti positivi e alcuni negativi. Con la modalità a prestazione si era infatti sollevata una problematica di equità di retribuzione», visto che i medici venivano pagati 20 euro indipendentemente dal tempo di erogazione.

Asst Bergamo Ovest

Il territorio più in sofferenza, per quanto riguarda la carenza dei medici di base, è quello coperto dall’Asst Bergamo Ovest, composto da 77 Comuni dell’area sud occidentale della Provincia (dall’Isola alla Bassa) per un totale di oltre 477mila abitanti. «I pazienti orfani della nostra Asst sono 23.402», fanno sapere dalla direzione generale in vista del passaggio agli Amt. «Il modello della Cadd sta funzionando – osserva Juri Imeri, sindaco di Treviglio e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Bergamo Ovest –. La gente si è abituata e trovo quindi incomprensibile sostituirlo con l’Amt, anche perché non è chiaro quale sia il vantaggio di questo passaggio. Anche all’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ho chiesto di prorogare la Cad diffusa, sistemando e migliorando la formula, per poi passare all’Amt solo tra qualche anno, quando ci saranno più medici di base. È la soluzione più ragionevole, soprattutto nel nostro territorio, quello con il maggior numero di pazienti orfani».

Asst Bergamo Est

Sono invece oltre 5mila, soprattutto in Alta Valle Seriana, i cittadini rimasti senza medico di base nella zona di competenza dell’Asst Bergamo Est, che consiste in 103 Comuni per oltre 380mila abitanti tra i tre distretti di Seriate e Grumello, della Valle Cavallina, Monte Bronzone - Basso Sebino e Alto Sebino e della Valle Seriana, Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve. «L’Asst Bergamo Est è impegnata nello sforzo di reclutamento dei professionisti per garantire il servizio degli Ambulatori medici temporanei nelle sedi di Castione, Clusone, Gromo, Valbondione, Rogno ed Endine – fanno sapere dall’Asst Bergamo Est –. Questo tema è sicuramente tra quelli prioritari su cui l’Azienda si sta concentrando.La complessità è legata alla carenza di medici su tutto il territorio provinciale. Le forze che stiamo mettendo in campo hanno lo scopo di creare alleanze più forti con i medici di medicina generale, anche in virtù del passaggio del dipartimento cure primarie alle singole Asst». «Siamo al corrente degli innumerevoli sforzi della direzione strategica dell’Asst, che sta lavorando affinché il passaggio avvenga con gradualità, senza effetti collaterali – dice Gabriele Cortesi, vicesindaco di Seriate e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Bergamo Est –. L’area più critica nel nostro territorio è quella dell’Alta Valle Seriana. Il passaggio da Cadd a Amt serve per dare un servizio migliore ed efficace per il benessere del cittadino. Medici, enti locali ed Asst devono fare squadra: auspico che la soluzione finale sia un punto di equilibrio tra le esigenze del territorio, che lamenta disservizi, e la legittima richiesta dei professionisti di riconoscere adeguatamente le loro prestazioni».

Asst Papa Giovanni XXIII

Per quanto riguarda il territorio dell’Asst Papa Giovanni XXIII, diviso nei distretti di Bergamo e Valle Brembana, Valle Imagna e Villa d’Almè, per un totale di 63 Comuni, «il numero di pazienti e medici interessati dal passaggio dalla Continuità assistenziale diurna agli Ambulatori medici temporanei è residuale – spiegano dall’Asst Papa Giovanni XXIII –. In particolare, le persone che non hanno un medico di base risiedono esclusivamente nel distretto delle Valli e, su un totale di 400 persone, si calcola che in diversi casi, considerando ad esempio i lavoratori a termine nella zona o i parenti ospiti, non stiano cercando un medico. Pertanto, la necessità di Ambulatori medici temporanei per la gestione di questi pazienti è limitata a 4 ore e sarà affidata a medici che l’Asst sta identificando in collaborazione con il Distretto. Gli Amt sono un’importante risorsa per garantire l’accesso ai servizi sanitari di base per le persone che altrimenti potrebbero trovarsi in difficoltà temporanea nell’ottenere assistenza medica: offrono una serie di servizi, tra cui visite mediche, prescrizioni di farmaci, consulenza medica generale, e, se necessario, indirizzano i pazienti verso strutture sanitarie più specializzate per ulteriori cure. Inoltre, possono anche essere coinvolti nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie attraverso campagne informative e vaccinazioni di base». Sul tema è intervenuto anche Gianbattista Brioschi, consigliere comunale ad Almenno San Bartolomeo e presidente della Conferenza dei sindaci della Asst Papa Giovanni XXIII: «Nel nostro territorio siamo riusciti a compensare la carenza e colmare le criticità, anche nelle Valli, grazie alla disponibilità dei medici - spiega –. Spero che il sistema tenga e anzi possa funzionare anche in altre zone della Bergamasca».

© RIPRODUZIONE RISERVATA