Pensionata di 92 anni sventa la truffa, arrestato finto avvocato

CRIMINALITÀ. L’episodio a Strozza. «Maresciallo» telefona e chiede soldi: «Suo figlio è nei guai». Ma la vittima chiama i veri carabinieri: preso il complice che si era presentato a casa come avvocato per ritirare il denaro.

La tecnica è stata sempre la stessa, purtroppo consolidata. Solo che stavolta la vittima, una pensionata di 92 anni, grazie anche a un’amica che si trovava in casa con lei, è riuscita a sventare la truffa e a far arrestare, se non il finto maresciallo che le aveva telefonato, quantomeno il complice che si è presentato a casa come avvocato per ritirare i soldi – duemila euro – concordati al telefono. Un ragazzo di 22 anni, napoletano e incensurato, finito in manette mercoledì pomeriggio a Strozza per tentata truffa.

La telefonata

Un passo indietro. Attorno alle 15,30 al telefono fisso della novantaduenne arriva la chiamata di un uomo che si spaccia per maresciallo dei carabinieri. «Suo figlio è nei guai perché ha causato un incidente stradale e serve denaro per le spese legali che deve affrontare fin da subito», la sintesi della telefonata. Con una richiesta: racimolare tutti i contanti in casa – «almeno duemila euro» – da consegnare a tale «avvocato Bianchi» che di lì a poco si sarebbe presentato alla porta. Denaro che l’avvocato, a dire del fantomatico maresciallo, avrebbe poi utilizzato per aiutare il figlio dell’anziana nel far fronte alle accuse di aver causato un incidente nel quale era «per fortuna rimasto illeso, salvo però causare danni ad altre persone». Tutto falso e tutto inventato, insomma, come purtroppo spesso accade. L’anziana resta perplessa e alla chiamata assiste anche l’amica che è in casa con lei: capiscono che si tratta di un tentativo di raggiro e chiamano i carabinieri, quelli veri, della compagnia di Zogno. Il nucleo operativo radiomobile concorda cosa fare: i militari spiegano all’anziana di aprire al finto avvocato e di farlo salire in casa. Loro sarebbero stati in zona per intervenire subito. E così accade.

Poco dopo l’improbabile avvocato di 22 anni suona a casa dell’anziana. La donna apre il cancellino e il giovane sale le scale per raggiungere il suo appartamento. Pochi attimi e suonano anche i carabinieri. L’«avvocato» arriva al pianerottolo e sente, da basso, chiudersi il portoncino delle scale. Si insospettisce e torna giù, incrociando i carabinieri che lo arrestano. Era arrivato a Strozza con un’auto Peugeot presa a noleggio e che gli è stata sequestrata assieme a due cellulari, uno usato probabilmente per contattare il complice, probabilmente la vera mente della truffa e indicato nella rubrica come «amore».

In aula: «Sono dispiaciuto»

Giovedì mattina, 19 settembre, il ventiduenne incensurato è apparso davanti al giudice Patrizia Ingrascì per essere giudicato in direttissima. Si è avvalso della facoltà di non rispondere nel merito delle accuse, ma ha voluto rilasciare brevi dichiarazioni spontanee: «Sono dispiaciuto, queste cose non dovrebbero accadere». Incensurato, ha mostrato un diploma di studi e spiegato di essere disoccupato. Per questo probabilmente è stato ingaggiato per mettere a segno queste truffe agli anziani. L’accusa ha chiesto gli arresti domiciliari, mentre il giudice ne ha disposto il divieto di dimora a Bergamo e provincia. L’avvocato d’ufficio ha chiesto i termini a difesa e il processo riprenderà il 10 ottobre.

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