Il giovane agricoltore: «Isolato dalla frana
rischio di chiudere»

SANT’OMOBONO. Da venti giorni bloccata la strada comunale per l’azienda Carminati a Recudino. Il sindaco: dobbiamo attendere i fondi dalla Regione

«Resisterò ancora qualche mese, poi non so come andrà a finire. Sono isolato dal 31 maggio, non riesco a portare in azienda fieno per gli animai e i macchinari per l’attività. Per ora mangiano erba ma quest’inverno sarà impossibile andare avanti senza poter rifornire l’azienda».

Francesco Carminati, 35 anni, resiste, ma non sa fino a quando. Ora si è anche infortunato a un piede e cammina con le stampelle. Ad aiutarlo la madre. Siamo a Recudino, località sopra Selino Alto di Sant’Omobono, ma raggiungibile con i mezzi a motore solo da una strada sterrata di circa un chilometro, realizzata negli anni Settanta, che arriva da Berbenno.

Una frana ha interrotto la strada

Tra il 30 e il 31 maggio una frana ha interrotto circa venti metri di strada comunale, a poche decine di metri dalla sua azienda (una stalla con vacche e pecore) realizzata tra il 2019 e il 2020, anche con il contributo regionale (Piano di sviluppo rurale). La frana è scesa a valle della strada, portando con sè anche un pezzo della stessa. Arriva fino a 150 metri circa più in giù, qualche decina di metri a monte di una stalla di proprietà del sindaco Ivo Sauro Manzoni. Si tratta peraltro di una frana stabilizzata, già indicata nel Piano di governo del territorio, riattivatasi in questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane con le piogge.

«Già a ottobre erano stati segnalati dei movimenti – continua Carminati – ma più a valle. Quello del 31 maggio è un evento diverso, si poteva chiedere una somma urgenza. Mi è stato detto che gli scarichi d’acqua che arrivano dalla mia azienda possono aver contribuito al fenomeno. Ma in realtà noi scarichiamo a lato della frana. Potrò andare avanti ancora per pochi mesi, ma con l’inverno, se non si troverà una soluzione, rischio di chiudere stalla e caseificio».

L’intervento di ripristino è di circa 400mila euro

La stima dell’intervento di messa in sicurezza con palificazioni e regimazione delle acque è di circa 400mila euro, fondi che il Comune non ha. «Il Comune ha fatto e sta facendo tutto il possibile per cercare una soluzione – dice il sindaco Manzoni –. Purtroppo dalla Regione ci è stato fatto capire che non ci sono i presupposti per un intervento di somma urgenza e ormai non ci sono neppure più le tempistiche. I primi segnali di un movimento si erano già avuti alla fine dello scorso anno, e già allora avevamo chiesto un contributo alla Regione. Il Comune non ha al momento i fondi per intervenire anche con un ripristino provvisorio. Abbiamo incaricato un geologo per stimare i costi di un intervento di messa in sicurezza, abbiamo messo una copertura e un cordolo di cemento per evitare che la situazione peggiori ulteriormente. Ma più di così, purtroppo, non possiamo fare. Dobbiamo restare in attesa che ci siano fondi regionali».

«C’è stata però la disponibilità della Protezione civile della Comunità montana ad aiutare l’azienda agricola: si valuterà se portare il fieno in elicottero o con altri mezzi», conclude Manzoni.

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