«Fratellanza, natura e formazione»: 670 giovani a lezione dalle penne nere

L'INIZIATIVA. Grande successo per il campo scuola alpino di Almenno San Bartolomeo, il più grande della Bergamasca. Partecipanti da tutta Italia, dalle elementari alle medie. E il 60% si riscrive anche all’edizione successiva.

Un campo estivo tra i più frequentati nella Bergamasca che riesce a far vivere ai ragazzi che vi partecipano una vera e propria esperienza di crescita personale a contatto con la natura. È arrivato ormai alla 13esima edizione il campo scuola giovani alpini, organizzato dalle penne nere del gruppo Ana di Almenno San Bartolomeo, che nei mesi di giugno e luglio di quest’anno sta accogliendo circa 670 allievi che spaziano dalla terza elementare alla terza media provenienti da tutto il nord Italia. A questo numero vanno poi aggiunti gli oltre cento capi squadra e istruttori volontari che ogni anno aiutano nell’organizzazione dell’evento. Tutti i giovani che partecipano a questo campo estivo rimangono per una settimana con i loro coetanei, senza poter usare il telefono cellulare, e vengono divisi in brigate.

Attività a contatto con la natura

I vari componenti di ciascuna brigata dormono in gruppi da 7 o 8 nelle tende da campo allestite nell’area verde di 11mila metri quadri sulle rive del fiume Brembo data in concessione dalla famiglia Rota Nodari. L’obiettivo degli organizzatori è quello di trasmettere ai ragazzi princìpi come la presa di coscienza di sé stessi, dei propri bisogni, dei propri punti di forza e di debolezza, ma anche l’assumersi le proprie responsabilità, l’aiutare i meno forti, il rispetto delle regole necessarie per la vita di comunità, l’apertura verso gli altri e il rispetto della natura che li circonda. «Alla prima edizione del 2011 c’erano 60 ragazzi e 4 animatori dal seminario, mentre quest’anno sono dieci volte di più - ha commentato orgoglioso Domenico Donghi, il capogruppo degli alpini di Almenno San Bartolomeo -. Solo in questa settimana abbiamo 134 allievi di quinta elementare. Le attività che gli facciamo fare nel corso della loro permanenza qui sono tantissime e sono pensate in base alla loro fascia d’età. Ai più piccoli facciamo fare esperienze più manuali e nella natura, come la costruzione di canne da pesca e un corso per imparare a fare nodi di ogni tipo, mentre per i ragazzi delle medie insegnamo anche le nozioni base di Protezione civile, sanità alpina e di primo soccorso sanitario».

Il 60% si riscrive all’edizione successiva

Tantissimi sono i casi in cui i ragazzini che partecipano a un campo scuola vogliono assolutamente tornarci l’anno successivo, il tasso di ritorno è infatti superiore al 60% ad ogni edizione, indice di un alto gradimento da parte dei giovani. Ci sono stati casi di ragazzi che hanno preso parte a tutti i campi scuola dalla terza elementare in avanti, per poi rimanere anche negli anni successivi in veste di caposquadra e quindi istruttore, come ad esempio il quasi 18enne Leonardo Vanotti di Almenno: «Ho iniziato in terza elementare, ancora quando si faceva solo una giornata. Si arrivava la mattina e si giocava, si facevano alcune lezioni come quella antincendio e poi alla sera dopo l’ammaina bandiera ti venivano a prendere i genitori. Sono tornato tutti gli anni per il luogo, le persone, le attività e anche per gli amici. Adesso che sono istruttore voglio insegnare ai più piccoli come affrontare i momenti in cui si sente nostalgia di casa e li invito ad andare avanti e a scoprire cose nuove. Io sono appassionato di storia e di sera per farli addormentare gli racconto la vita di alcuni personaggi storici come Napoleone Bonaparte».

Le testimonianze dei partecipanti

L’ottimo rapporto che si viene a creare tra allievi e istruttori è il marchio di fabbrica di questo campo scuola, perché così facendo si viene a creare un sano spirito di emulazione dei più piccoli e un senso di genuina responsabilità nei più grandi, che vogliono essere un esempio per tutti sia con i fatti che con le parole. «Alla fine di ogni settimana facciamo il falò della verità e ogni allievo si alza, butta un bastoncino nel fuoco e dice quello che pensa del campo, ringraziando e esprimendosi liberamente» ha commentato il capogruppo Donghi. Una delle cose più apprezzate dai giovani che partecipano al campo scuola è la possibilità di creare nuove durature amicizie e di provare un’esperienza diversa dalla solita quotidianità. «Questo è il mio primo anno, la cosa che mi piace di più è quando andiamo giù al fiume a giocare e a fare il bagno - dice Rachele, 11 anni di Piario - Amo molto stare nella natura e fare cose nuove, perché nel mio paesino non esce quasi mai nessuno e non sai mai cosa fare, qui invece è molto meglio». Secondo Enrico, 11enne di Bergamo città, la cosa più bella è invece fare amicizia e camminare in compagnia: «Ero venuto lo scorso anno e mi era piaciuto, quindi ho deciso di tornarci anche quest’anno. A me piace molto camminare e la mia attività preferita è stata la gita a piedi sul Roccolone dove abbiamo dormito nelle tende».

Il più grande campo in Bergamasca

Il campo di Almenno San Bartolomeo, che è anche dotato di un ospedale da campo con infermieri e medici volontari, è il più grande tra i 27 campi scuola alpini della provincia di Bergamo, quello che accoglie il maggior numero di ragazzi a cui trasmettere i «valori della comunità, della fratellanza e dell’amore e a cui far conoscere la cultura della “gente di montagna” e la storia delle penne nere».

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