Elezioni, 23 sindaci (su 27) si ricandidano: «La passione vince su tanti problemi»

Dei primi cittadini in carica che possono ricandidarsi, la stragrande maggioranza ha già annunciato che lo farà. Facchinetti: «Ne vale ancora la pena». Calegari: «Impegnarsi è anche un dovere».

«Dev’essere masochismo», scherza da Predore il primo cittadino uscente (e ricandidato per il terzo mandato consecutivo) Paolo Bertazzoli. Dev’essere, forse, una passione che riesce a superare le difficoltà, se dei 27 sindaci uscenti che si potevano riproporre nello stesso ruolo alle prossime amministrative di ottobre, ben 23 hanno già più o meno ufficialmente deciso di farlo (e in un altro paio di casi potrebbero arrivare riconferme in questi giorni).

Segno che alla fine la voglia di portare avanti il lavoro iniziato in qualche modo prevale su bilanci ingessati, burocrazia, timori e dubbi per un mestiere sempre più «ingrato».

L’en plein in Valle Seriana

Fa l’en plein, ad esempio, la Valle Seriana e di Scalve, che da Alzano a Castione, da Gromo ad Ardesio, da Vilminore a Oltressenda Alta, vede tutti i primi cittadini uscenti cercare una riconferma nelle urne (contro altri candidati, o, in alcuni casi, più probabilmente contro il quorum in quanto non ci saranno sfidanti). A caccia del quarto mandato va il primo cittadino di Gorno, Giampiero Calegari, che è impegnato come amministratore ormai da trent’anni (anche all’interno della Comunità montana Valle Seriana, di cui è attualmente presidente). «La cosa più pesante – dice – è la burocrazia. Tutti dicono continuamente che bisogna cambiare, ma io in questi anni non ho visto cambiare nulla, anzi, in alcuni casi è andata anche peggio. Oggi è quasi più facile trovare dei finanziamenti, che poi spendere i soldi». Alla fine però a far andare avanti è «la passione, la possibilità di avere degli obiettivi e cercare di portarli avanti, arrivando a vederli realizzati. Certo non bisogna aspettarsi tanti complimenti...». Eppure l’invito a tutti, da parte di Calegari, è a partecipare alla vita del proprio territorio e in particolare del Comune: «Credo che sia un po’ anche un dovere».

È in campo dal 1987 anche Roberto Facchinetti, sindaco di Bedulita e presidente della Comunità montana Valle Imagna: se sarà rieletto, per lui si tratterà del quarto mandato al timone del Comune. «C’è la voglia di portare a compimento alcune situazioni e progetti avviati negli anni passati – dice –. I problemi? Prima di tutto una semplificazione che è solo a parole. Nell’ultimo decennio anche le strette su temi come il patto di stabilità prima e l’armonizzazione contabile poi hanno messo un freno alle amministrazioni. E poi il personale, bisogna puntare di più sul capitale umano». Bedulita, per dire, ha due soli dipendenti, più l’autista dello scuolabus che passa le giornate a far la spola con Sant’Omobono. Nonostante le criticità, tuttavia, Facchinetti non ha dubbi: «Vale ancora la pena dedicarsi all’amministrazione, io quando ho cominciato avevo 19 anni, oggi ne ho 53 ed eccomi qui.

Chi guarda all’amministrare da fuori magari non comprende appieno il bello di cercare di darsi da fare per gli altri. Poi non puoi avere il 100% di gradimento, lo sappiamo, ma è appagante fare qualcosa per la tua comunità, per lo sviluppo sociale». Aveva i «pantaloni corti», quando ha iniziato, nel ’97, anche Paolo Bertazzoli da Predore, che nelle urne se la vedrà con Gigi Serra . «Negli ultimi due anni abbiamo avuto situazioni che ci hanno messo davvero alla prova – ammette –: il Covid, ma anche i casi di meningite e la frana del Monte Saresano». La pandemia ha richiesto anche di «innescare dinamiche nuove di rapporto con i cittadini e di ripensare una rete di protezione, con forme organizzative diverse». Nonostante anni difficili, comunque, anche per Bertazzoli è arrivata la scelta di ricandidarsi: «Di sicuro nei nostri piccoli paesi non lo facciamo per i soldi o per dinamiche di potere… ma c’è orgoglio nel portare la fascia. Quando ci si trova in questo ruolo bisogna far venire fuori le capacità, e quando le cose riescono, nonostante tutto, a passare dalla carta alla realtà, la soddisfazione è tanta».

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