«Variante indiana, ora è cruciale
il controllo su ingressi e contatti»

Lucia Antonioli (Ats): finora non ci sono stati casi individuati in Bergamasca; su 462 tamponi, 334 avevano quella inglese.

«Ora sarà cruciale attuare un controllo puntuale e minuzioso sugli ingressi nel territorio e tracciare i contatti sospetti per poter “congelare” eventuali comparse di casi di variante indiana nella Bergamasca: al momento, la fotografia delle tipizzazioni effettuate, ci dice che non ci sono casi individuati, ma la situazione è in costante e continua evoluzione, con qualsiasi tipo di variante». Lucia Antonioli, alla guida del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria di Ats Bergamo snocciola i numeri: sono stati 462 i tamponi (per casi sospetti o di contatti) per la tipizzazione e l’individuazione di eventuali varianti; di questi 344 hanno dato esito positivo per presenze di varianti, nello specifico 334 per variante inglese, 9 per la nigeriana e 1 per quella brasiliana.

«Tra questi tamponi ci sono anche casi di screening per focolai registrati nelle aree al confine fra il territorio delle Asst Bergamo Est e Bergamo Ovest, in particolare la zona di Bolgare e l’Alto Sebino, in seguito a positività in alcune famiglie di origine indiana, ma non si trattava di variante indiana ma inglese – continua Lucia Antonioli –. Il quadro della diffusione delle varianti nella Bergamasca mostra una predominanza quasi totale di quella inglese, di cui ormai è nota la capacità di maggiore contagio. E forse la variante inglese ha un ruolo anche nel fatto che i contagi stanno calando così lentamente».

Quella indiana, intanto, spaventa: è presente ormai anche in Italia, e vedere quello che sta accadendo in India fa paura. «In realtà di questa variante, allo stato attuale, si sa davvero molto poco. Mentre per quella inglese si ritiene che i vaccini attualmente in uso contro il Covid risultino comunque efficaci, di quella indiana non si può dire ancora nulla – rimarca Lucia Antonioli –. E anche quanto sta accadendo nel subcontinente va analizzato con estrema attenzione, considerando anche altre variabili oltre agli effetti che potrebbero essere determinati dalla mutazione del virus: l’India è decisamente sovrappopolata, e per quanto riguarda il distanziamento sociale in alcune aree e in occasioni di ritrovo o riti tradizionali, come abbiamo visto per esempio per il bagno nel Gange, non c’è e non c’è stato alcun rispetto delle norme. Va ricordato quindi che tutte le regole che dovremmo ormai aver assimilato per scongiurare i contagi si devono ancora osservare con estremo scrupolo». Intanto, la circolazione della variante indiana sembra, come tutte le altre varianti, difficile da fermare. «C’è il blocco dei voli diretti non solo dall’India, ma anche da Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan, disposto dal governo. E ci sono precise regole per chi rientra da questi Paesi come residente in Italia: tampone e quarantena. Certo, è fondamentale ricostruire i contatti di casi sospetti che dovessero emergere: va isolato subito ogni potenziale veicolo di contagio o di focolai».

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