Valcavallina: «Tra ritardi, maxi costi e ricorsi, la variante pare ancora lontana»

VIABILITÀ. Perplessità del Comitato Statale 42 dopo il vertice dei sindaci col commissario straordinario e l’opposizione delle Terme di Trescore alla rotatoria.

Un passo avanti, due indietro. Hanno l’amaro in bocca gli automobilisti del Comitato Statale 42 Val Cavallina dopo aver appreso le ultime notizie riferite alla variante fra Trescore ed Entratico e quelle relative al ricorso della società Terme di Trescore spa contro la rotatoria che la Provincia intende realizzare all’incrocio tra la provinciale 89 e la provinciale 90, da dove si stacca la strada che conduce al centro abitato di Zandobbio.

Il progetto manca e i costi sono lievitati

Un progetto per la variante ancora non c’è e i costi fanno tremare i polsi (207 milioni di euro per cinque chilometri di strada), mentre l’interruzione all’iter realizzativo della nuova rotatoria allunga inevitabilmente i tempi di attesa per un’opera che Massimiliano Russo, portavoce del comitato, ritiene invece «indispensabile» per snellire il traffico.

«Purtroppo la settimana che ci stiamo lasciando alle spalle non è stata particolarmente felice per noi» spiega Russo. Partiamo dall’incontro a cui i sindaci sono stati invitati martedì scorso a Milano con Luigivalerio Sant’Andrea, il commissario straordinario per la realizzazione della variante: «Dopo un anno e mezzo di assoluto silenzio – osserva il portavoce del comitato – valutiamo positivamente che ci sia stato un confronto fra le parti, ma la sensazione è che si sia trattato di un appuntamento interlocutorio, utile più che altro a rintuzzare le polemiche politiche dei giorni precedenti perché poi, scendendo nel concreto, il progetto di fattibilità tecnico ed economica ancora non c’è e addirittura sono emersi due aspetti fortemente critici».

Il primo è l’aumento dei costi: «Solo nel 2019 erano valutati in 120 milioni di euro, poi sono diventati 160, adesso non ne bastano 200». Il secondo aspetto è la conferma di quanto il comitato temeva da tempo: «L’opera sarà divisa in due lotti, con tutto quel che ne consegue: due appalti, due cantieri, due imprese. Le istituzioni dicono che intendono portare avanti di pari passo l’intero intervento, ma non ci sembra questo il modo giusto di partire».

Lo stop alla rotatoria

L’altra notizia che ha fatto venire il mal di pancia agli automobilisti della Val Cavallina è l’improvviso stop alla realizzazione della rotatoria fra Trescore e Zandobbio: al di là delle valutazioni fatte dalla società Terme di Trescore spa che ha deciso di rivolgersi al Tar per fermare i lavori, «secondo noi – riflette Russo - la rotatoria è la soluzione ideale per risolvere le criticità dell’intersezione fra la Sp 89 e la Sp 90: solo in val Cavallina non si riescono a fare opere di questo tipo e si preferisce mantenere attivi semafori che provocano lunghe code tutti i giorni della settimana, compresa l’estate quando la chiusura delle scuole dovrebbe di per sé alleggerire il traffico. Le rotonde abbattono il numero di incidenti e rendono il traffico più fluido: è questo a cui dobbiamo puntare in Val Cavallina: aumentare la velocità media dei veicoli, evitando che la loro corsa si blocchi a un semaforo, piuttosto che la velocità massima». E quest’ultima considerazione apre anche un nuovo fronte di dibattito sull’utilità della variante, ma su questo ci sarà modo di tornare nei prossimi giorni: a Roma è infatti in programma un Consiglio dei ministri che dovrebbe aggiornare il piano degli interventi programmati per le olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, fra i quali rientra anche il tratto di variante alla statale 42 in provincia di Bergamo.

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