Cronaca / Valle Cavallina
Domenica 09 Gennaio 2022
«Puntiamo sui talenti, non sui limiti: questo ci aiuta a crescere insieme»
La storia di Lorenzo Carsana, 13 anni: con Beatrice, che gli ha dedicato la tesi di laurea, sta realizzando i suoi sogni.
«Non puoi mettere limiti a niente - dice Michael Phelps, ex nuotatore statunitense, vincitore di 28 medaglie olimpiche -. Più sogni, più andrai lontano». C’è lo stesso coraggio, lo stesso desiderio di inseguire i suoi sogni anche nel sorriso di Lorenzo Carsana, 13 anni, di Costa di Mezzate, che indossa con orgoglio la maglia dell’Inter con il numero 23, «come il giorno di marzo in cui è nato», spiega la mamma Moira Fusini. Per lui lo sport è diventato uno strumento privilegiato per crescere, superare le paure, raggiungere traguardi che non osava sognare, e con la sua tenacia dimostra già di avere la tempra di un campione. Da quando è nato deve fare i conti con una disabilità che rende tutto più difficile: la scuola, le amicizie, la vita quotidiana. L’attività fisica, però, è sempre stata un canale speciale di espressione, di sfogo, di comunicazione: «Lorenzo ama il movimento - spiega Moira - ha seguito corsi di nuoto e di ginnastica e gioca a calcio da quando era piccolo».
Nell’ultimo anno, segnato in modo molto doloroso dalla morte del padre, a causa di una leucemia, Lorenzo ha trovato una nuova opportunità grazie a un’esperienza speciale: «Ha partecipato - racconta la mamma - a un percorso di attività sportiva adattata, studiato per lui da una studentessa di Scienze Motorie, Beatrice Bonassi». Questa esperienza speciale è stata l’oggetto della tesi di laurea magistrale di Beatrice, 26 anni, anche lei di Costa di Mezzate: «È stata una grande emozione - osserva Lorenzo - partecipare a un lavoro così importante. Quando Beatrice ha discusso la tesi c’ero anch’io». Hanno condiviso gli applausi e la corona d’alloro.
«Ci siamo incontrati ogni settimana - spiega Beatrice - per cinque mesi, da maggio a settembre, svolgendo esercizi di diverse discipline, in particolare nell’ambito dell’atletica leggera. Ci siamo certamente proposti di potenziare le abilità motorie, ma non era il nostro unico obiettivo: ci siamo concentrati anche sul miglioramento dell’autonomia e sul rafforzamento dell’autostima. Abbiamo registrato costantemente i suoi progressi e abbiamo constatato che sono stati numerosi, non solo nelle misure e nei tempi ma anche nel metodo, e questa per me è stata un’enorme soddisfazione. Questo percorso è stato importante, mi ha permesso di mettermi alla prova e verificare nella pratica ciò che ho imparato a scuola e che in futuro sarà il mio lavoro».
Ha avuto un posto fondamentale nel progetto l’idea di aiutare Lorenzo a trovare un altro sport da praticare nei prossimi anni: «Il calcio resta la sua attività preferita - commenta Moira - ma per lui sta diventando troppo impegnativa dal punto di vista fisico. Quest’anno è iscritto a una società del Csi, la Nova Montello, dove si trova benissimo. Dall’anno prossimo, però, con il passaggio di categoria, per giocare con ragazzi della sua età dovrebbe sostenere la fatica di un campo a undici, più grande, che richiede maggiore resistenza fisica». Con la guida di Beatrice si sono avvicinati all’associazione Special Olympics (www.specialolympics.it) che propone attività per persone con disabilità intellettiva, a livello amatoriale e agonistico.
Lo sport ha una funzione educativa e inclusiva fondamentale: «Anche per questo - sottolinea Beatrice - abbiamo pensato che fosse utile coinvolgere nel progetto la sorella di Lorenzo, Giulia, di 11 anni, e alcuni compagni di classe. Lui ha scelto in particolare due amiche, Camilla e Agnese, che hanno accettato con gioia di partecipare. Entrambe amano lo sport e seguono corsi di ginnastica artistica. Così anche Lorenzo, vivace e curioso, ha voluto imparare a conoscere i fondamenti di quella disciplina».
Con lo spirito degli esploratori i tre ragazzi hanno affrontato insieme ogni settimana nuove sfide: «Ci siamo cimentati in passeggiate in bicicletta, corse sui roller, abbiamo provato le principali specialità olimpiche, dal salto in alto al lancio del disco».
Lorenzo ha apprezzato molto questo nuovo impegno: «Mi sono appassionato soprattutto al salto e alla corsa, e ho capito che con un allenamento costante lo sport diventa più interessante. Ho scoperto che si possono ottenere risultati inaspettati anche in esercizi che pensavo di non riuscire a fare. Non credevo di essere bravo nel salto in alto, per esempio, eppure ho superato la misura dei novanta centimetri, e sono migliorato molto anche nella velocità della corsa, in particolare nei cento metri. Ho imparato a saltare la corda, anche se prima non ne ero capace».
Accade a volte che siano i pregiudizi degli adulti a condizionare in modo negativo i risultati dei ragazzi, soprattutto dei più fragili, negandogli il tempo e lo spazio necessario per esprimersi. In questo caso, invece, l’esperimento sportivo di Beatrice con Lorenzo, Camilla e Agnese ha fatto emergere il potere generativo della fiducia, della cura, della vicinanza.
«Lorenzo – racconta Moira – sin da quando era piccolo sia a casa sia a scuola ha sempre avuto difficoltà nel mettersi in moto. Gli inizi lo mettono in crisi, rimanda più che può, perciò gli capita di frequente di arrivare in ritardo. Tutta la sua vita è stata caratterizzata da questa fatica e dalla necessità di stimolarlo anche nelle azioni più semplici come vestirsi, mettersi le scarpe, indossare il giubbino, tenere le sue cose in ordine. Può sembrare strano ma lo sport lo ha aiutato anche in questo».
Ognuno degli incontri del laboratorio, infatti, ha rappresentato una piccola sfida, a partire dalla preparazione delle attrezzature: «Ho insistito - osserva Beatrice -, perché imparasse a provvedere da solo».
«Attendeva con gioia questi appuntamenti - sottolinea la mamma - e questo è stato un incentivo prezioso. Ha contribuito anche la presenza delle sue compagne. Era sempre orgoglioso e soddisfatto dei suoi progressi».
Anche nelle scuole del suo paese Lorenzo ha trovato un ambiente favorevole, attento all’accoglienza: «Non l’hanno mai escluso da alcuna attività – sottolinea Moira –, gli insegnanti hanno saputo affrontare anche le sue giornate no. Questo l’ha aiutato a crescere e l’attività sportiva adattata gli ha portato un’ulteriore possibilità di maturazione».
La creatività ha rappresentato un antidoto efficace contro la tentazione della pigrizia: «Abbiamo inventato percorsi fantasiosi - afferma Beatrice - in cui Lorenzo potesse mettere alla prova anche la memoria e la sua disposizione a mettersi in gioco. All’inizio provava timore nel cimentarsi in nuove esperienze. Sosteneva di non esserne capace e tentava di tirarsi indietro. Strada facendo, però, ha scoperto che spesso queste sue resistenze erano infondate e che una volta superata la fase iniziale riusciva a conquistare mete sempre più ambiziose. Per documentarle abbiamo scattato foto e video, le abbiamo postate sui social taggando i campioni di queste discipline ed è stato anche questo un incoraggiamento, come è accaduto quando Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro a Tokyo nel salto in alto, ha guardato uno dei suoi video».
Fra i momenti più entusiasmanti del laboratorio c’è stata la gita al Parco avventura di Torre Boldone: «Per affrontare i percorsi - ricorda Lorenzo - bisognava appendersi alle corde e sfruttare la forza delle braccia restando sospesi nel vuoto, come nei film, come Spider Man che si lancia tra i palazzi. A un certo punto però l’istruttore è venuto a prendermi con una carrucola e mi ha aiutato a scendere». Ogni passo ha contribuito a offrire a Lorenzo una certezza importante: «Se mi allenerò seriamente potrò diventare fortissimo».
Ora è arrivato il momento di iscriversi alle scuole superiori, Lorenzo ha già scelto un indirizzo di formazione professionale a Comonte.
«I suoi docenti - osserva Moira – l’hanno accompagnato nell’orientamento con molta sensibilità. Anche nelle situazioni più difficili abbiamo potuto contare su una rete di relazioni e sulla nostra comunità, che ci hanno aiutato molto. Col tempo Lorenzo ha imparato ad affrontare e a superare le difficoltà e la tristezza di sentirsi “diverso”, di non sapere, per esempio leggere come gli altri. In questo percorso abbiamo sempre avuto il sostegno della famiglia, le amiche, le altre mamme. Credo che sempre sia fondamentale poter creare una rete. Mi sono sempre impegnata in questo in modo attivo, prendendo parte per esempio ai comitati genitori. Non ho mai messo la testa sotto la sabbia, abbiamo affrontato i problemi uno alla volta man mano che si sono presentati. Sono stati 13 anni impegnativi ma anche gratificanti. Siamo dei lottatori e abbiamo constatato che con calma e determinazione possiamo superare qualunque ostacolo. Penso sia giusto provare esperienze diverse senza paura. Lorenzo ha partecipato anche al campo estivo organizzato per i ragazzi dagli Alpini, un’esperienza che ci era sembrata inarrivabile, ma poi abbiamo visto con piacere che sono riusciti a creare le condizioni per poterlo accogliere nel modo migliore. Lorenzo sogna di avere una famiglia come la nostra e noi ci impegniamo per non precludergli niente».
I compagni di classe al suo compleanno gli hanno fatto trovare uno striscione che diceva, «Sei forte come l’Inter». «Lo sport sia da tifoso sia da atleta è davvero emozionante - osserva Lorenzo - e sono grato a Beatrice per avermi aiutato a scoprire nuove possibilità».
Lorenzo ci mette molto entusiasmo ed energia: «Svolge gli esercizi - osserva Beatrice - con attenzione e impegno, come se fossero l’attività più bella e importante del mondo. Tra noi è nato un bel rapporto di fiducia e ho sentito la responsabilità di rispondere alle sue necessità e di rispettare i suoi desideri. Abbiamo puntato sui talenti, non sui limiti, e questo percorso ci ha aiutato a crescere insieme».
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