Omicidio a Casazza, 32enne estradato dalla Spagna: «Non volevo uccidere»

CASAZZA. In cella a Monza l’uomo che ha colpito la vittima con un bicchiere. Il Riesame dispone il carcere anche per il 29enne liberato.

È stato estradato dalla Spagna ed è stato scortato su un aereo atterrato a Malpensa la mattina del 3 ottobre, Mohamed Amine Moussine, il 32enne marocchino fuggito dopo la morte di Mikola Ivasiuk, ucraino di 38 anni, rimasto ucciso nel corso di una lite all’esterno del «Rosy bar» di Casazza il 19 agosto. Il giovane è stato arrestato per omicidio preterintenzionale il 17 settembre a Murcia. Era intenzionato a costituirsi, ma la Guardia civil spagnola ha anticipato le sue intenzioni, arrestandolo. Ora si trova nel carcere di Monza, dove nei prossimi giorni, assistito dall’avvocato Benedetto Bonomo, verrà sottoposto a interrogatorio di garanzia.

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«Sì, l’ho colpito, ma non volevo ucciderlo», ha confidato al suo legale. È lui, secondo l’accusa del pm Silvia Marchina, che coordina l’indagine dei carabinieri di Bergamo e di Clusone, ad aver sferrato un colpo impugnando un bicchiere, dopo il quale il 38enne ha perso i sensi ed è morto. Il nordafricano, ufficialmente senza fissa dimora, era poi fuggito con l’auto prestatagli da un 46enne di Spinone, che aveva abbandonato a Martinengo. Il 46enne, attualmente a piede libero, era stato arrestato per favoreggiamento, ma il gip non ha convalidato l’arresto disponendo l’obbligo di dimora a Spinone, annullato dopo il ricorso al Riesame dell’avvocato Cristina Pizzocaro.

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Anche per M. R., il 29enne calabrese residente a Casazza arrestato con l’accusa di aver colpito Ivasiuk (con un pugno, per l’accusa; «gli ho dato uno schiaffo per calmarlo» ha sostenuto invece lui), il gip non ha convalidato l’arresto e ha disposto la scarcerazione senza misure motivando che non c’erano gravi indizi di colpevolezza. Contro quest’ultima decisione il pm Marchina ha presentato ricorso al tribunale del Riesame, che nei giorni scorsi ha ribaltato la decisione del gip, disponendo il carcere per il 29enne. Provvedimento che risulta tuttora congelato, dal momento che i legali del giovane, gli avvocati Michele Coccia e Pietro Funaro, hanno presentato ricorso in Cassazione.

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