Morta sul Redorta: la Procura dispone l’autopsia

Se sia morta per un malore oppure per essere scivolata su una lastra di ghiaccio, nulla toglie al dolore dei familiari di Gabriella Barbieri: tuttavia la Procura di Bergamo, per far luce su quanto accaduto, ha deciso di far eseguire l’autopsia sulla salma della 53enne di Monasterolo del Castello morta venerdì 17 marzo in ospedale dopo essere caduta lungo il sentiero che collega il rifugio Brunone al rifugio Coca passando sotto la vetta del pizzo Redorta.

Stando alla ricostruzione fatta dal marito Orfeo Meli, con cui la donna gestiva il ristorante «La Laguna» di Monasterolo, i due coniugi venerdì mattina avevano raggiunto Valbondione per una gita in montagna. Condividevano questa passione ed erano sempre in giro insieme, sia sulle montagne dietro casa, verso i colli di San Fermo, sia per raggiungere le vette delle Orobie. Venerdì però la donna è caduta in un canalone, scivolando a valle per oltre 70 metri, nella zona del pizzo Redorta, una delle vette bergamasche più insidiose dove, prima di lei, già hanno perso la vita diversi escursionisti (fra gli altri, Lionello Marinoni, 72 anni di Vertova, a luglio del 2021; Alberto Bonanno, 41 anni di Levate, nell’agosto del 2014; Giovanni Delbarba, 56 anni di Palazzolo sull’Oglio, Brescia, nel luglio del 2009).

A dare l’allarme, chiamando il 112 poco dopo le 14, era stato proprio il marito che aveva cercato di avvicinarsi in modo da prestarle le prime cure. Recuperata dall’eliambulanza, la donna era stata portata in ospedale al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma per lei non c’era stato nulla da fare. Otre al marito, Gabriella Barbieri lascia nel dolore due figli, Axel e Sandy. Originaria di Darfo, dopo essersi sposata con Meli si era trasferita sul lago di Endine: grazie alla gestione del ristorante, in paese era benvoluta e conosciuta da tutti. Soltanto quando la magistratura avrà dato il proprio nulla osta sarà possibile fissare la data dei funerali.