Messaggi ai figli per denigrare la moglie, minacce e insulti: papà no-vax a processo

VAL CAVALLINA. Si definiva davanti ai figli «colui che è eterna essenza incarnata». Parlava del suo ruolo da veggente e affermava di poter curare usando le mani, dove incanalava la sua energia.

Si definiva davanti ai figli «colui che è eterna essenza incarnata». Parlava del suo ruolo da veggente e affermava di poter curare usando le mani, dove incanalava la sua energia. E poi, nel rifiutare la medicina tradizionale, preferiva l’«acqua miracolosa». E istigava i figli contro la madre, da cui si era separato nel 2016. L’uomo, 48 anni, italiano, residente in un paese della Val Cavallina – che ha un divieto di avvicinamento ai figli (omettiamo ulteriori dettagli sulla vicenda proprio a loro tutela) – è a processo per maltrattamenti perché, secondo la ricostruzione dell’accusa, ha messo in atto reiterate condotte «perturbatrici dell’equilibrio e dell’evoluzione psichica dei minori».

«Unito a una setta»

Mercoledì 25 settembre in tribunale, davanti al collegio presieduto dalla giudice Patrizia Ingrascì, l’ex moglie ha raccontato quanto accadde dall’estate 2016, dopo che l’uomo era stato a una fiera dell’oriente, e parlava di sé come un personaggio di Matrix. «Si faceva detentore della verità, capace di assorbire il dolore con le sue mani». Si era poi «unito a una setta», ha aggiunto la donna. E c’è anche la presenza di un sedicente «tribunale del popolo», che aveva anche fatto pervenire una notifica di apertura indagini alla curatrice dei minori.

Dal canto suo lui, dopo la separazione, non firmava per i vaccini obbligatori dei figli. «Poi in presenza dei bambini ha iniziato a denigrarmi come mamma» e negava il Covid-19 con i figli, racconta l’ex moglie.

Dal canto suo lui, dopo la separazione, non firmava per i vaccini obbligatori dei figli. «Poi in presenza dei bambini ha iniziato a denigrarmi come mamma» e negava il Covid-19 con i figli. «Io ho fatto il vaccino e da allora i ragazzi non volevano più starmi vicino», mettendo in atto una serie di comportamenti negativi verso di lei. Con il padre che, secondo l’accusa, li incoraggiava a farla arrabbiare per poi registrare la sua reazione. «Mi bagnavano le lenzuola, mi hanno preso le chiavi dell’auto». Lei è riuscita a prendere il telefono che l’ex marito aveva dato al più piccolo, trovando messaggi dell’uomo di questo tenore: «Statele addosso, è tutta colpa sua», oltre a «vocali in cui li istigava contro di me», ha spiegato. I ragazzini non andavano a scuola e «avevano distribuito bigliettini in cui chiedevano aiuto dicendo che ero violenta e non gli facevo vedere il padre». Su indicazione dei Servizi sociali «ho nascosto i coltelli, il piccolo ne aveva infilato uno nel mio letto». E poi, insulti, minacce, sputi addosso. E anche e-mail agli assistenti sociali.

Nel 2021 vengono sospese le visite del padre ai figli e ad agosto arriva il divieto di avvicinamento. I ragazzini vengono portati in due distinte comunità, dove hanno ricostruito il rapporto con la madre con cui sono tornati a vivere da pochi mesi. Il 15 gennaio la prossima udienza.

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