Lago d’Endine, dopo l’infortunio ancora pattinatori ma il ghiaccio è pericoloso

Dal 2017 sono venuti meno i divieti I sindaci: non si può controllare tutto, ci sono avvisi. Dopo l’incidente di giovedì, l’invito alla prudenza.

L’incidente sulla superficie ghiacciata che giovedì sera ha sconvolto la calma di Monasterolo del Castello ha messo in luce i due volti del lago d’Endine invernale. Da un lato, la distesa di ghiaccio offre uno spettacolo tra i più apprezzati della provincia e dà l’occasione a molti amanti dello sport di praticare un po’ di pattinaggio all’aria aperta. Dall’altro però, senza le dovute precauzioni, i rischi sono concreti, e su tutti spicca quello di incorrere in rovinose cadute nell’acqua.

Così è successo al 26enne di Casazza che si era spinto al largo dell’ex Monasterola, rimanendo immerso per diversi minuti dove la lastra gelata aveva ceduto: le sue condizioni, una volta sulla terra ferma, non sono apparse gravi, ma è stato comunque trasportato in elisoccorso al policlinico di Zingona. «Qui succede lo stesso che in montagna - spiega il sindaco di Endine Gaiano Marco Zoppetti -: ci si può andare, ma bisogna valutare attentamente se ci sono condizioni di sicurezza per farlo».

I sindaci dei comuni rivieraschi nel 2017 avevano rinunciato allo strumento dell’ordinanza, che per 30 anni ha vietato di salire sullo strato di ghiaccio, e non ne sentono nostalgia. «Vista l’impossibilità materiale di controllare l’intera zona del lago - prosegue Zoppetti -, scegliemmo un’altra via, quella di avvertire le persone sui pericoli del ghiaccio, lasciando poi ai singoli la responsabilità delle proprie azioni». Allo scopo erano stati creati dei cartelli esplicativi, che da anni vengono appesi, nei periodi di gelo, presso i punti d’accesso alla costa.

A Monasterolo, giovedì, i cartelli facevano bella mostra di sé e in pochi hanno sfidato la sorte. Secondo la grande maggioranza dei locali non c’erano infatti le condizioni di sicurezza minima per salire sul velo di ghiaccio, a maggior ragione di sera. «Lo strato si era formato da un paio di giorni e non aveva avuto il tempo di consolidarsi - spiega il presidente della Proloco di Monasterolo Gilberto Giudici -. Purtroppo nell’ultimo decennio si sono verificati diversi incidenti, per fortuna mai mortali, e io penso che siano legati al doppio nodo di un patrimonio di conoscenze andate perdute e a un effettivo cambiamento climatico. Il lago ghiaccia sempre più tardi, a gennaio invece che a dicembre, e come tutti i fenomeni naturali la coltre gelata richiede sapere e rispetto. I nostri anziani la conoscevano meglio delle nuove generazioni, sapevano dove era più sicura, dove meno, in che circostanze muoversi e in quali restare a riva. Oggi invece, sembra spesso che conti soltanto essere i primi ad avventurarsi sul lastrone».

Dal punto di vista meteorologico, intanto, il clima sull’alta Val Cavallina sta virando verso temperature più miti. Le previsioni indicano sole nel weekend e un innalzamento delle massime e delle minime già da oggi. Passeggiare o pattinare ancora sul ghiaccio, come anche ieri mattina una manciata giovani hanno fatto a Monasterolo, peraltro non lontano dal luogo in cui la sera prima si era sfiorata la tragedia, è sconsigliato sia dalle autorità che dai semplici cittadini. «Facciamo un appello alla precauzione - dice il sindaco di Monasterolo Gabriele Zappella -. Tutti amiamo il lago ghiacciato, però ci sono periodi in cui è meglio limitarsi a guardarlo da lontano: ora è uno di questi».

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