La mamma di Leonardo, morto nello schianto di Albano: «Dal Gps il segnale della tragedia»

LA TESTIMONIANZA. Parla Katia, la mamma di Leonardo Longaretti, morto tragicamente nell’incidente stradale di Albano in cui ha perso la vita anche Bel Gassem Jandaoui.

02:22

«Il Gps segnava la macchina ferma sotto il cavalcavia di Albano, dopo un po’ era ancora lì. Mio marito è uscito ed è andato a controllare sul posto cosa fosse successo. Si è trovato davanti la scena dell’incidente». Katia Parigi è la mamma di Leonardo Longaretti, il 24enne iscritto alla facoltà di Ingegneria al Politecnico di Milano, che ha perso la vita nello schianto alle 5.30 di sabato sulla statale 42. A quell’ora Leonardo stava ritornando a casa, a Gorlago, al volante della sua autovettura. Alle sette doveva partire per qualche giorno in montagna, a Sankt Moritz, con gli amici. Venerdì aveva sostenuto un esame universitario a Milano ed era rimasto lì per festeggiare. Ma nell’impatto lungo la statale la sua auto ha preso fuoco: non è riuscito a liberarsi e a mettersi in salvo, è morto tra le fiamme.

Leonardo doveva partire per la montagna

«Doveva rientrare proprio perché alle 7 era prevista la partenza – afferma la mamma – . Quando alle 6.30 ho visto che non era ancora rientrato abbiamo provato a chiamarlo al cellulare ma non rispondeva. Abbiamo pensato che stesse dormendo. Il Gps continuava a dare come posizione il cavalcavia di Albano, ma al cellulare non rispondeva». La salma del giovane studente si trova all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e nella giornata di domani verrà portata alla casa del commiato Bonomelli di Trescore. L’ultimo saluto è previsto per martedì pomeriggio alle 15 nella parrocchiale di Gorlago. Lascia nel dolore la mamma Katia, il papà Siro, vicesindaco, e i due fratelli Valentina e Francesco.

Chi era Leonardo Longaretti

Leonardo stava per concludere il suo percorso universitario in ingegneria. Era uno studente brillante: aveva vinto una borsa di studio e per questo, circa un anno fa, si era trasferito temporaneamente in Corea del Sud all’Università di Kaist, Istituto superiore di scienza e tecnologia. «Da dicembre era rientrato a casa (per il termine del semestre e stava dando gli esami a Milano) e il 21 febbraio sarebbe dovuto rientrare in Corea per questa esperienza all’estero di cui era molto orgoglioso. Ci parlava entusiasta di quello che stava facendo, l’Università di Kaist ce la descriveva come una città. Aveva questo sogno: avrebbe voluto vivere, lavorare all’estero», ricorda la mamma. Oltre che alla sua formazione, Leonardo ci teneva molto alla sua autonomia: aveva lavorato qualche mese come operaio in un’azienda per dare il suo contributo economico per coprire le spese di questa esperienza lontano da casa. Leonardo amava lo sport e nel tempo libero si dedicava all’attività di arbitro di calcio.

Il ricordo degli insegnanti del Federici

Il 24enne ha lasciato un ricordo positivo di sé anche al liceo Federici di Trescore, doveva studiato. Ne parla così il docente di lettere Luca Bressan: «Si impegnava sempre, era diligente, sempre educato e corretto. È stato un mio studente per tutto il quinquennio, aveva frequentato il liceo scientifico con indirizzo scienze applicate. Ho saputo la tragica notizia questa mattina da un’amica che lo conosceva. Non ci sono parole per descrivere questa tragedia». Anche Giuseppe Franchini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienze applicate dell’Università degli studi di Bergamo (Leonardo aveva frequentato la triennale a Bergamo e stava concludendo la magistrale al Politecnico), dice: «È stato uno degli studenti più brillanti del corso di laurea triennale in ingegneria meccanica, tra i pochissimi a laurearsi con punteggio superiore a 100: si è laureato il 27 marzo 2023 con la votazione di 104/110 e ha superato con lode quattro esami nella sua carriera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA