Dad nelle medie, buona la prima
Poli: «Ma potenzieremo internet»

Bergamo, ieri il primo giorno di didattica a distanza per le scuole medie. L’assessore all’Istruzione: «Abbiamo sentito i dirigenti scolastici e abbiamo già fatto partire la richiesta per aumentare la banda per le connessioni».

Ci sono ragazzi che giovedì hanno chiesto di potersi salutare con un ultimo abbraccio prima dello stop forzato alla didattica in presenza. Il permesso è stato negato, chiaramente, viste le norme sul distanziamento sociale, ma la richiesta ha lasciato il segno e ha sottolineato quanto anche agli studenti di seconda e terza media mancherà la scuola. Primo giorno di Didattica digitale delle secondarie di primo grado anche in provincia di Bergamo e tutto sembra essere iniziato per il verso giusto: gli istituti da tempo avevano nel cassetto il piano d’emergenza da applicare nell’eventualità di sospensione delle lezioni in presenza e le reti di connessione hanno retto, anche se il Comune di Bergamo ha già chiesto un potenziamento delle infrastrutture per poter rispondere ancora meglio alle necessità delle scuole.

«Complessivamente – dice l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – la prima giornata è andata abbastanza bene. Abbiamo sentito i dirigenti scolastici oggi e abbiamo già fatto partire la richiesta per aumentare la banda della fibra per le connessioni: l’avevamo già fatto durante il lockdown, per poi farla diminuire. Ora cercheremo di potenziarla di nuovo. In qualche scuola, partendo tutte da scuola le trasmissioni, la fibra era un po’ rallentata. Abbiamo anche chiesto se ci fossero necessità di device: le scuole ci faranno avere le loro richieste scritte. Non dovrebbe esserci un gran fabbisogno perché sono a disposizione quelli che avevamo già acquistato e perché il Ministero ha istituito un fondo per le scuole proprio per questo tema. Noi restiamo come appoggio nel caso in cui questi fondi non siano sufficienti: abbiamo ordinato 60 pc portatili, stimiamo che la necessità possa essere questa».

Orario rivisto

Il primo giorno è stato positivo, anche secondo i dirigenti scolastici: l’orario in alcuni casi non è quello pieno, le 30 ore che settimanalmente gli studenti fanno in presenza, ma è stato rivisto per andare incontro anche alle esigenze dei ragazzi. «Noi abbiamo strutturato un orario da 16 ore di videolezioni – spiega la dirigente scolastica dell’IC Camozzi, Barbara Mazzoleni –, ma nel momento in cui i ragazzi non sono collegati devono fare lavori di tipo asincrono. In quelle ore inoltre i docenti li possono contattare per fare lavori con piccoli gruppi o attività di approfondimento. Le 16 ore sono la base su cui costruiremo altre piccole azioni». Il cambiamento è arrivato con un giorno e mezzo di preavviso, anche se tanto è bastato per cercare di organizzarsi al meglio. «Ci è arrivata anche una nota del Ministero – aggiunge – che sottolinea l’importanza di mantenere relazioni educative e aspetti inclusivi, e stiamo ragionando sulla possibilità che gruppetti o singoli alunni, tra quelli più fragili, possano esser in presenza». Un modello organizzativo simile è stato messo a punto dal’IC Donadoni. «Siamo partiti con la didattica digitale integrata – racconta la dirigente Sonia Claris –, con tre ore di attività in sincrono e con attività asincrone. Un orario adeguato all’età dei ragazzi. Certo, è molto presto per capire come evolverà la situazione e come è stata recepita dalle famiglie. È una situazione di emergenza che non è la migliore possibile per nessuno».

Attenzione ai più fragili

Si cerca però di trarre il meglio da una situazione che nessuno avrebbe voluto vivere. «Ci ha sorpreso positivamente – spiega Raffaella Carissimi, preside della Scuola del Bambin Gesù – la possibilità che ci è stata lasciata di poter continuare ad accogliere i ragazzi più fragili. Abbiamo avuto una risposta bella anche dalle famiglie: alcuni di questi genitori non avrebbero mai osato chiederci di poterli tenere a scuola, in presenza, ma sono stati contenti del sapere che ci poteva essere questa cura nei confronti dei loro ragazzi. Oggi quindi avevamo gli insegnanti in presenza di fronte a classi virtuali, ma con 5 studenti fragili in presenza per classe con i loro educatori. Ragazzi e famiglie, quando hanno sentito dell’obbligo della distanza, erano preoccupati: è bello vedere che tutti vivono come un’opportunità il poter esser a scuola». Anche in provincia sono iniziate le lezioni a distanza. «Nell’istituto – racconta Alessandro Domenico Mazzaferro, dirigente scolastico dell’IC di Calcinate – tutti i ragazzi erano connessi con i docenti in presenza. In presenza per la verità avevamo anche alcuni alunni, che aumenteranno da lunedì. Oggi avevamo le situazioni più delicate, che non avrebbero mai potuto collegarsi da casa: per loro la didattica continuerà in presenza. Da lunedì ci saranno anche i Bes (Bisogni educativi speciali) e chi vive situazioni familiari particolari». L’organizzazione oraria a Calcinate non ha subito variazioni: «Abbiamo mantenuto tutta offerta formativa. Ma la lezione dura 45 minuti, così i ragazzi hanno 15 minuti di disconnessione. Se si hanno due ore di fila, si fa lezione per un’ora e mezza e poi 30 minuti di disconnessione. Quel tempo l’insegnante lo può dedicare a rivedere con i Bes alcuni passaggi complicati».

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