Da Borgo di Terzo dolci pasquali per i bimbi disabili di Abignilékrou

L’INIZIATIVA. Anche quest’anno l’istituto comprensivo del paese ha scelto di sostenere la missione di St. Maurice con la vendita solidale di dolci pasquali.

Nella città di Abignilékrou, in Costa d’Avorio, la Missione di St. Maurice, attivata dalla Diocesi di Bergamo nel 1972, rappresenta un presidio di speranza e solidarietà per molti bambini e famiglie. Un team di sacerdoti e volontari laici bergamaschi lavora per offrire supporto educativo, sanitario e sociale a chi ne ha più bisogno. L’Istituto comprensivo di Borgo di Terzo, per il quarto anno, ha scelto di sostenere la missione con la vendita solidale di dolci pasquali. «I proventi contribuiranno al progetto sanitario della missione portato avanti dal suo educatore Walter Negrinotti, garantendo cure mediche indispensabili a tanti piccoli che lottano per una vita migliore» spiega la professoressa Laura Bettoni, responsabile e ideatrice del progetto «Un sorriso per la Costa d’Avorio» sostenuto dall’associazione genitori dell’istituto comprensivo «Una voce per la scuola».

Fondi per farmaci essenziali e visite

«Lo scorso anno abbiamo sostenuto la scuola della missione dedicata ai bambini di strada di Abignilékrou. Quest’anno i fondi saranno destinati principalmente a iniziative sanitarie portate avanti dalla missione e destinate ai bambini con disabilità fisiche o mentali che, in Cosa d’Avorio, vengono vissute come un tabù o una maledizione», continua Bettoni. «Grazie alla nostra raccolta fondi è possibile coprire i costi di farmaci essenziali, visite specialistiche e, in alcuni casi, interventi chirurgici.

L’intero processo ha avuto un forte valore educativo, non solo in ottica di educazione civica, ma anche nello sviluppo dell’empatia

Ad esempio, vengono acquistati medicinali per trattare epilessia e dolori cronici, oltre a sciroppi ricchi di ferro per aiutare i piccoli affetti da drepanocitosi. Quando necessario, viene organizzato il trasporto verso la capitale per esami complessi come Tac o risonanze magnetiche», puntualizza la referente. «Gli studenti hanno abbracciato da subito il progetto, che ha stimolato in loro una riflessione critica sulla realtà coetanea in Costa d’Avorio accrescendo la consapevolezza sulle opportunità spesso date per scontate. L’intero processo ha avuto un forte valore educativo, non solo in ottica di educazione civica, ma anche nello sviluppo dell’empatia. È emersa una sensibilità più intensa verso la responsabilità collettiva, incentrata sull’importanza di sostenere chi si trova in situazioni di difficoltà» aggiunge la dirigente dell’Ic, Alessandra De Fiori.

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