Con CamminaOrobie debutta il nuovo percorso inclusivo

GRONE. Già 500 iscritti alla 12ª giornata dedicata agli ospiti di strutture per disabili. Giovedì 18 luglio ai Colli di San Fermo anche Barisonzi, alpino rimasto ferito in Afghanistan nel 2011.

L’immagine è un sasso lanciato nell’acqua, con cerchi di onde che via via si fanno sempre più ampli. Da oltre un decennio la «CamminaOrobie» è questo sasso metaforico. Nata nel 2013 al rifugio Gemba di Adrara San Martino, l’iniziativa organizzata dai gruppi Ana della Val Cavallina, della Val Calepio e del Basso Sebino, dal Cai di Bergamo e dall’Istituto Angelo Custode di Predore è cresciuta man mano, trovando nei Colli di San Fermo, a Grone, il luogo ideale per accogliere il variegato esercito dei suoi partecipanti: le centinaia di ospiti di strutture per disabili della provincia e i loro accompagnatori che ogni luglio si recano in altura per una passeggiata in compagnia, circondati da un paesaggio che spazia a 360 gradi dalla pianura padana fino ai picchi delle Orobie.

Giovedì 18 luglio si svolgerà la 12ª edizione della camminata, un appuntamento che potrebbe addirittura superare le dimensioni di quella tenuta nel 2023 e che percorrerà per la prima volta una nuova, attesa, infrastruttura inclusiva. «Il tema dell’adunata nazionale degli alpini di quest’anno è stata la pace, proprio in un periodo in cui nel mondo ce n’è poca – commenta Giampietro Vavassori, vicepresidente vicario dell’Ana di Bergamo e coordinatore dei gruppi Ana del Basso Sebino –. Eventi come la CamminaOrobie fanno pensare che ancora ci sia gente di buona volontà, in grado di valorizzare le cose che veramente contano nella vita. La partecipazione è grandissima. Siamo già arrivati a oltre 500 prenotazioni, se continuerà così penso che supereremo le 600-650 persone del 2023. Inoltre avremo come ospite Luca Barisonzi, alpino rimasto ferito in Afghanistan nel 2011 e costretto sulla sedia a rotelle. È sicuramente un bel risultato, che si accompagna con il completamento del percorso ad anello per disabili sul monte Ballerino».

Il nuovo percorso

L’opera a cui fa riferimento Vavassori, finanziata grazie al progetto Stai (Servizi per un Turismo accessibile e inclusivo) da Regione Lombardia con 57mila euro, ha avuto come capofila il Cai di Bergamo con il sostegno di VisitBergamo. Dal punto di vista strutturale l’intervento ha chiuso il tratto di percorso inclusivo già realizzato nel 2019 da Ana e Cai, congiungendo, sul versante opposto, il piazzale Virgo Fidelis al punto panoramico del Belvedere e collegandosi anche con il tragitto per ciechi e ipovedenti che porta alla Croce dei volontari del Covid. I lavori sono durati alcuni mesi, prima a cura dell’impresa Edilstrutture di Calcinate, poi, per quanto riguarda le rifiniture, dei volontari alpini, che si sono alternati prestando servizio nei fine settimana.

E, a completamento delle fatiche sul terreno, nei prossimi giorni, rivela Vincenzo Lolli del Cai di Bergamo, «il cammino verrà inserito nel nostro geoportale su internet, nella sezione “Sentieri e rifugi senza barriere”, insieme a parecchi altri percorsi accessibili della Bergamasca». Fedele all’impianto tradizionale, giovedì 18 luglio la giornata avrà inizio, alle 9,30, con il ritrovo nel piazzale Virgo Fidelis. I vari gruppi, con gli alpini, i membri del Cai e gli opertori, partiranno quindi verso il Belvedere, dove intorno alle 10 si svolgerà il rito dell’alzabandiera e ci sarà un momento di raccoglimento. Poi si scenderà per il nuovo tratto del percorso ad anello e si andrà fino alla cascina Bonardi per un piccolo rinfresco. Alle 12,30, infine, il gruppo si porterà al palazzetto dello Sport dei Colli per il pranzo, a cui farà seguito un po’ di divertimento al sole e, alle 15, il rientro nei vari centri che hanno aderito all’iniziativa.

«Siamo grati per quest’onda di solidarietà che si rinnova ogni estate – ha voluto sottolineare uno dei pilastri della CamminaOrobie, Antonio Valenti –, e siamo grati soprattutto della risposta delle strutture bergamasche (e non solo). Questa iniziativa offre una giornata di aggregazione e inclusione, in cui tutto rientra in una cornice diversa, non più istituzionale ma ambientale, in cui le difficoltà delle persone è come se si stemperassero. Ringrazio poi l’Ana, il Cai e di cuore anche Luca Bonardi, che con la sua famiglia ci accoglie generosamente tutti gli anni».

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