Casazza, restituita la salma di Ivasiuk. La famiglia si affida a due avvocati

L’OMICIDIO. Il corpo di Mykola Ivasiuk, l’ucraino di 38 anni ucciso il 19 agosto scorso a Casazza, è stato restituito alla famiglia.

Che ha deciso di riportarlo in patria per celebrare il funerale. Intanto, giovedì il fratello e la madre della vittima hanno deciso di affidarsi a due legali nominando, rispettivamente, gli avvocati Emilio Tanfulla e Rocco Lombardo.

L’omicidio è stato commesso nella serata del 19 agosto, fuori dal «Rosy bar» di via Nazionale (poi chiuso dal questore). Per questo fatto erano stati quasi immediatamente arrestati due italiani: un calabrese di 29 anni con l’accusa di omicidio preterintenzionale, e un bergamasco di 46 anni accusato invece di favoreggiamento per aver prestato l’auto al terzo uomo coinvolto, un marocchino di 32 anni – attualmente ancora ricercato – che avrebbe colpito alla nuca con un bicchiere la vittima.

Arresti che il gip Lucia Graziosi non ha convalidato. E, contro questa decisione, il pm Silvia Marchina ha depositato il ricorso in Cassazione. Nel ricorso, il pm ha rilevato come non sia ancora chiaro se la morte di Ivasiuk sia stata provocata dal pugno sferrato dal 29enne (difeso dall’avvocato Pietro Funaro), dal colpo di bicchiere alla nuca, dalla caduta in terra o da tutti questi eventi in concatenazione. Il calabrese, peraltro, non si era allontanato dal luogo del fatto, ma aveva avvisato il 112 e messo in atto le manovre di rianimazione. Per lui, la stessa Procura aveva riqualificato l’accusa da omicidio volontario in preterintenzionale. Come detto, il secondo uomo (assistito dall’avvocato Cristina Pizzocaro) è invece accusato di favoreggiamento in quanto il marocchino che avrebbe colpito con il bicchiere la vittima si è allontanato con la sua auto.

Il 29enne, davanti al gip, aveva parlato della sua amicizia con Mykola Ivasiuk, affermando: «Non volevo ucciderlo». Secondo la sua versione, quella sera aveva cercato di calmare l’ucraino dopo una discussione con la fidanzata. Poi, nella concitazione, gli ha dato uno schiaffo. In seguito è arrivato il marocchino 32enne, che ha colpito la vittima sulla nuca con un bicchiere. Per il gip, mancano gravi indizi di colpevolezza a suo carico, e ha quindi disposto la scarcerazione senza misure cautelari. Il 46enne, accusato di favoreggiamento, aveva invece reso dichiarazioni spontanee, spiegando che qualche giorno prima aveva lasciato l’auto da un meccanico che conosce anche il nordafricano. Per il 46enne, il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

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