Zogno, addio a monsignor Gabanelli
Amava la montagna e la sua gente

Parroco emerito, si è spento a 97 anni: dal 1969 nel paese brembano. La passione per le vette iniziò a Castione, era anche cultore di storia e autore di libri sul dialetto e l’arte. Con la sua 500 trasportava anche i malati delle frazioni.

È stato un pastore instancabile, un vulcano di iniziative, ed era molto stimato dalla gente. Fra le sue passioni c’erano la montagna, la storia e il dialetto. Nelle prime ore di ieri mattina, si è spento nella sua casa, monsignor Giulio Gabanelli, parroco emerito di Zogno. Aveva 97 anni ed era il secondo prete più anziano della diocesi, dove era molto conosciuto. Era nato il 28 giugno 1923 a Fonteno. Frequentò le scuole medie a Mapello, vivendo nella casa del fratello don Pietro, per poi entrare in Seminario. Dopo l’ordinazione sacerdotale (3 giugno 1950) fu coadiutore parrocchiale di Castione della Presolana, dove è ricordato per lo zelo verso i giovani, molti dei quali costretti all’emigrazione e per loro istituì dei corsi di formazione.

Nacque su quei monti la passione per la montagna, che lo portò a fondare sia lo Sci club Presolana, coinvolgendo centinaia di atleti anche dei luoghi circostanti, sia l’avvio di un pronto soccorso per alpinisti in collaborazione con il Cai, diventando lui stesso un soccorritore, sia la costruzione della cappella dei Caduti della Presolana. Amava ripetere: «Chi ama la montagna e ne vive il fascino, si tempra al sacrificio». Cominciò anche ad appassionarsi alla storia, studiando le origini del paese, e fece anche scoperte geologiche. Nel 1961 passò a Calolzio, sempre come coadiutore parrocchiale, dove divenne delegato della Zona VI. Anche qui dimostrò la sua passione per la montagna, appoggiando il Gruppo escursionisti calolziesi e realizzando la cappella dei Caduti del Resegone.

Cortei sulle mulattiere

Il 5 dicembre 1969 era giunto con la sua Fiat 500 a Zogno come parroco. «Per mia scelta vi sono arrivato in sordina alle 22 — diceva monsignor Gabanelli in una intervista all’indomani del suo ritiro —. Ad aspettarmi sulla porta della canonica c’era il gatto del mio predecessore, monsignor Giuseppe Speranza. Sembrava non volesse farmi entrare». Ricordava anche i suoi esordi a Zogno.

«C’erano tante mulattiere e strade sconnesse. I cortei dei funerali provenienti dalle frazioni impiegavano anche due ore per raggiungere la parrocchiale. Per visitare l’intera parrocchia era necessaria una settimana. Con la mia 500 trasportavo anche i malati. E c’era ancora una consistente emigrazione verso i grossi centri bergamaschi e verso i Paesi esteri. Ora Zogno condivide le stesse luci e ombre della città».

Restauri e notizie

Oltre all’intensa attività pastorale, numerose le sue opere: restauri della chiesa parrocchiale, rifondazione dell’oratorio, ristrutturazione della locale casa di riposo, impegno nella fondazione di quella a Laxolo di Brembilla, fondazione del Museo di San Lorenzo, di cui andava fiero perché era lo specchio della storia e delle tradizioni locali, rinnovamento del notiziario parrocchiale «Zogno notizie», divenuto vero organo di formazione e informazione. Era anche molto devoto allo zognese don Antonio Rubbi, «ol preòst sant» di Sorisole, di cui è in corso il processo diocesano di beatificazione.

La storia locale

Monsignor Gabanelli ha al suo attivo anche diverse pubblicazioni su dialetto, arte e soprattutto storia locale. «Non sono uno storico, ma soltanto un curioso di storia — diceva schernendosi —. La storia è davvero maestra di vita per chi vuol comprenderla». Fu anche vicario foraneo (1969-79) e vicario locale del vicariato di Brembilla-Zogno (1979-99). «Ho avuto sacerdoti amici, pronti a collaborare, con scambi di esperienze pastorali, aiuto vicendevole e valorizzazione del laicato. Credo di aver contribuito a vincere il campanilismo». Fu poi membro del Consiglio presbiterale diocesano (1969-85) e della Commissione fondo solidarietà per il clero (1981-86). Nel 1999 il suo ritiro per limiti di età, continuando a risiedere a Zogno, aiutando la parrocchia e celebrando nel monastero locale. «È stato un grande pastore, legatissimo al paese e amatissimo dalla gente — racconta l’attuale parroco don Angelo Vigani —. Ha servito la parrocchia con impegno e zelo. Personalmente lo considero il prete più bravo che ho incontrato nella mia vita».

I funerali, presieduti dal vescovo Francesco Beschi, saranno celebrati domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di Zogno. La sepoltura avverrà nel cimitero di Fonteno.

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