Via i soldi, danni a porte e finestre: baite brembane nel mirino dei vandali

Ladri al rifugio sul monte Zucco di San Pellegrino, nel mirino anche la chiesina di Sussia. Effrazioni sul pizzo Cerro di Brembilla e alla casa degli alpini di San Giovanni Bianco sul Ronco.

Le vette della bassa Valle Brembana si scoprono preda di vandali e ladri. Sono sempre di più, infatti, negli ultimi mesi, i casi di furti e gli atti di vandalismo che le associazioni e i privati si sono ritrovati ad affrontare. Rifugi gestiti da volontari, chiese, cappelle dedicate alla Madonna e baite private, questi, senza nessuna distinzione, i luoghi colpiti nelle zone delle alture sopra San Pellegrino, San Giovanni Bianco e Val Brembilla. «Noi – racconta Martino Pesenti, presidente del Gesp (Gruppo Escursionistico San Pellegrino ) – nel solo mese di luglio abbiamo subìto ben tre effrazioni al nostro rifugio sul monte Zucco: per tre volte hanno scassinato una finestra (sempre diversa, rovinando così tre e facendo lievitare i costi per sistemarle tutte) per entrare. Nella prima occasione hanno potuto rubare poche centinaia di euro che avevamo lasciato in cassa, mentre nelle successive non hanno trovato nulla perché dopo il primo episodio non abbiamo più lasciato soldi al rifugio. E, sempre a luglio, hanno anche tentato di scassinare la porta per entrare nella chiesa di Sussia, rovinandola vistosamente, senza però riuscire ad accedere all’interno.

Potrebbero essere sempre le stesse persone, perché poi la notte che hanno tentato di entrare in chiesa, hanno poi fatto danni in alcune baite sempre a Sussia. Ma anche perché la partenza per il sentiero che porta al nostro rifugio (da Sant’Antonio Abbandonato, al confine tra Zogno e Val Brembilla) è anche la partenza per salire al rifugio Lupi di Brembilla , sul Pizzo Cerro, dove vi sono stati altre effrazioni notturne, e perché le modalità, da quanto ci hanno raccontato, sembrano le stesse». «Al nostro rifugio – conferma Franco Colasante, del rifugio Lupi di Brembilla – sono entrati due volte, una, a giugno, dal portone principale e la seconda, a inizio agosto, tagliando le sbarre. Hanno fatto solo danni per accedere alla struttura però, perché dentro non lasciamo mai niente da quando abbiamo avuto il primo furto due anni fa». Sembrano essere i soldi, quindi, quello che cercano. Nient’altro, infatti, è stato rubato, ma per le associazioni o i privati colpiti da questi episodi resta sempre tanta amarezza e il costo degli infissi da riparare.

«Tutto da noi è iniziato a Pasqua – racconta Chiara Pesenti, di San Pellegrino, proprietaria di una delle baite private di Sussia prese di mira dai vandali – quando abbiamo trovato la cassetta delle offerte della cappella della Madera (situata lungo la strada sterrata che porta a Sussia e di cui mi occupo con altri volontari) forzata e senza più soldi all’interno. Un episodio successo di nuovo dieci giorno dopo e che ci rammarica davvero molto. Ci hanno poi riprovato più volte anche durante l’estate, ma senza trovare offerte perché ormai le togliamo sempre e ora l’abbiamo sistemata in un altro punto. E, poi, fra giungo e luglio sono entrati anche nella mia baita a Sussia, vicino alla chiesa, senza trovare soldi, ma rovinando porte e finestre».

Non si tratta quasi mai di eventi singoli, quindi. Esattamente come è successo al rifugio Baita Alpini Monte Molinasco, gestito dal gruppo Alpini di San Giovanni Bianco, dove i tentativi di furto sono stati tre negli ultimi dieci mesi. «Sono stati tre eventi tutti uguali – conclude Carlo Ambrosioni, degli alpini di San Giovanni –, in cui hanno scassinato gli scuri, abbattuto il vetro e rubato i soldi. La prima volta è successo a novembre 2020, e poi due volte a giugno 2021: l’ultima volta hanno addirittura usato un flessibile a batteria».

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