Vaccini, incognita dosi
«Arriviamo all’8 marzo»

La dg Stasi: «Oltre quella data difficile programmare». Da martedì si parte anche in Valle Imagna. Si lavora per operare 6 giorni.

La partenza, il rodaggio e il lavoro per crescere nei numeri. Ma anche il nuovo timore, a Bergamo come in tutta Italia, per i tagli nelle consegne dei vaccini: al momento l’orizzonte arriva fino all’8 marzo, oltre quella data s’attendono indicazioni dai livelli superiori. Ed è fondamentale acquisire certezze, perché la sfida è la più importante e si gioca contro il tempo. La campagna dedicata agli over 80 è intanto iniziata anche per l’Asst «Papa Giovanni», giovedì e venerdì scorso all’ospedale di San Giovanni Bianco (90 slot al giorno) e domenica in quello cittadino (135 slot).

Da domani, spiega Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst, «partiremo con le somministrazioni agli over 80 anche al Presst di Sant’Omobono, ulteriore segno di attenzione verso la montagna e i suoi cittadini». Saranno 90 gli slot disponibili nel plesso della Valle Imagna; giovedì e venerdì le «punture» per gli anziani proseguiranno a San Giovanni Bianco e domenica al Papa Giovanni, avendo come base i numeri della scorsa settimana. Vuol dire globalmente circa 400 somministrazioni fino a domenica, con la proiezione di crescita che guarda alla prima settimana di marzo. «L’obiettivo è di arrivare a sei giorni a settimana di operatività – aggiunge Stasi –. Siamo al lavoro per aumentare il numero di somministrazioni giornaliere, le prime giornate sono servite per calibrare i tempi: immaginiamo di poterli accorciare e concentrare più inoculazioni negli slot finora previsti».

I dati

Stando ai dati della Regione, dal 18 al 21 febbraio in Bergamasca sono state eseguite 1.246 somministrazioni agli over 80 (di cui 297 nella giornata di domenica), e 2.648 inoculazioni a persone under 80 (fase 1-bis). In totale fino a domenica, in Lombardia le «punture» per i grandi anziani sono state 14.929; le adesioni hanno raggiunto quota 473.212, il 65,19% della platea. Il punto, però, è che per aumentare il ritmo occorrono due fattori: un costante approvvigionamento di vaccini e l’apporto di ulteriori risorse umane. «Ogni giorno arrivano a livello nazionale notizie su possibili riduzioni nelle forniture, questo rende la programmazione difficile – ammette la dg del Papa Giovanni –. C’è preoccupazione per l’annuncio dei tagli, a maggior ragione perché i vaccini oggi disponibili prevedono la somministrazione di due dosi e occorre perciò essere attenti nel programmare le giacenze per i richiami. A oggi, il nostro orizzonte di consegne è fino all’8 marzo: oltre questa data siamo in attesa di notizie, e ciò rende complicato fare la programmazione. Quando si deve prenotare una vaccinazione, dobbiamo essere certi che ci sia il vaccino». Una data X che impatta su tutta la provincia, perché il «Papa Giovanni» è hub provinciale per la distribuzione di Moderna e AstraZeneca, i due sieri che affiancano Pfizer. Sulla predisposizione della Fiera di via Lunga come hub vaccinale, ancora non ci sono ufficialità. «Stiamo facendo riflessioni anche in questa settimana – precisa la dg –. Dal mio punto di vista, è un luogo ideale: è già stato allestito per attività sanitarie curate dal Papa Giovanni, ha spazi ampi. Da giovedì scorso i tamponi sono stati spostati al Matteo Rota».

Il personale

«Il lavoro è enorme, in particolare quello della nostra Farmacia – sottolinea Stasi –. A oggi abbiamo somministrato circa 15 mila dosi di Pfizer e distribuite 5.500 alle strutture spoke. Abbiamo distribuito altre 920 dosi di Moderna e somministrato circa 800 dosi di AstraZeneca. Stiamo concludendo le seconde dosi della fase 1-a, entro il 10 marzo, e prosegue la fase 1-bis». Tra le novità a corto raggio, «questa settimana prevediamo di iniziare anche le prime somministrazioni agli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Bergamo, di cui aspettiamo gli elenchi da Ats». Sul fronte delle risorse umane, si cerca di ampliare le energie: «Una parte fin qui in campo è rappresentata dal servizio sanitario aziendale che di norma si occupa del nostro personale dipendente, una parte è in capo ai Presst, vi sono poi altri 6 medici arrivati tramite il Bando Arcuri. Confidiamo in ulteriori energie, dai volontari al bando nazionale – è l’auspicio di Stasi –. Abbiamo lanciato anche una manifestazione d’interesse all’interno dell’Asst per chi vuole affiancare, fuori dal proprio orario, il personale già in campo. Quando si arriverà alla fase massiva della campagna ci auguriamo che scenda in campo il maggior numero di forze, così da affiancare le Asst che fino ad oggi stanno sostenendo e realizzando la campagna vaccinale».

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