«Troppo pericolosi. Stop agli scialpinisti sulle nostre piste»

IN MONTAGNA. Dopo Lizzola, anche Foppolo-Carona sollevano il problema: serve un tavolo di confronto con i rifugisti. Il Cai: «Se il buon senso non basta, giusta la linea dura».

«Finora abbiamo chiuso un occhio ma dalla prossima stagione sciistica non potremo più tollerare scialpinisti e ciaspolatori sulle piste. Troppo rischioso, per tutti. Bisognerà sedersi a un tavolo con operatori turistici e Comune e trovare una soluzione». Marco Calvetti, direttore della stazione sci di Foppolo-Carona, parla all’indomani del giro di vite annunciato dal comprensorio di Lizzola nei confronti di scialpinisti e pedoni che usano le piste adibite allo sci alpino. Fenomeno che è andato via via aumentando, in particolare dopo il periodo della pandemia. La legge già riserva le piste ai soli sciatori, vietando quindi a scialpinisti e ciaspolatori la risalita.

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«In tutte le attività di montagna - spiega il presidente del Cai di Bergamo, Dario Nisoli - al primo posto mettiamo la sicurezza e la legge va in tal senso. Evidentemente se il buon senso non è sufficiente non possiamo che avallare le decisioni delle stazioni di sci di usare la linea dura. Detto questo lo scialpinista non è colui che usa le piste da sci».

I controlli dei carabinieri

Controlli e sanzioni sono riservati alle forze dell’ordine. Avvengono di norma a impianti aperti, saltuariamente anche in orari diversi. «Il nostro compito - spiega il maggiore Pablo Salari, comandante la Compagnia di Zogno - è principalmente la tutela dello sciatore da comportamenti scorretti di chi attraversa o risale la pista. Una ventina, per esempio, le sanzioni finora comminate nel comprensorio di Foppolo-Carona da inizio stagione».

«Danno anche economico»

«Ci sono giorni che salgono 700-800 persone - continua Calvetti -. Se succede un incidente, se uno sciatore investe una persona perché in mezzo alla pista, la responsabilità è del gestore. Poi, dalle 17 alle 5 di mattina le piste sono di fatto cantieri aperti, dove nessuno può entrare. Sono in azione i gatti delle nevi per la battitura. Uno scialpinista che scende subito dopo la battitura rovina la pista mettendo in pericolo chi si trova i solchi sotto gli sci. È una questione di sicurezza, di danno economico e di rispetto del lavoro altrui. Lo scialpinista, sulle Orobie, ha a disposizione altre ampie aree dove praticare la sua passione».

A Colere un sentiero dedicato

Fenomeno presente ma ora non così intenso anche a Valtorta-Piani di Bobbio, dove ogni giorno sono presenti tre carabinieri. «Da circa due-tre anni - dice l’amministratore di Itb, Massimo Fossati - grazie alle forze dell’ordine il numero di pedoni o scialpinisti in pista è diminuito. Abbiamo tanti pedoni, ma su percorsi dedicati». A Colere il problema degli scialpinisti esiste, ma pare più limitato. «Le nostre sono piste abbastanza ripide, dunque attirano meno gli scialpinisti», spiegano da Rs Impianti. Per chi desidera comunque praticare questo sport, o una salita con le ciaspole, a Colere esiste un sentiero scialpinistico dedicato.

«Seguire percorsi alternativi»

«Ma alcuni vanno comunque sulle piste, perché è più comodo, correndo un grosso rischio: chi scende sulle piste rischia infatti di trovarseli davanti». E c’è anche chi ci prova di sera: «Ed è molto pericoloso, perché ci sono in pista i mezzi con il verricello». Dopo l’annuncio del divieto di accesso alle piste non sono mancate le polemiche intorno alla decisione della cooperativa Nuova Lizzola. «Invitiamo chi volesse raggiungere i rifugi a seguire percorsi alternativi senza utilizzare le piste da sci - ha fatto sapere la cooperativa che gestisce gli impianti -. Per individuare il percorso più adatto invitiamo a contattare i rifugi stessi che sapranno dare ogni consiglio utile».

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