Cronaca / Valle Brembana
Lunedì 14 Febbraio 2022
Si sente male in casa, addio Rosy storica custode del lago di Cassiglio
Rosalba Begnis e il marito, guardiano della diga, nel ’73 aprirono il bar accanto al bacino contribuendo a valorizzarlo. Nel suo locale la camera ardente.
Una vita dedicata alla sua famiglia e al laghetto di Cassiglio, l’oasi naturale della Valtorta, meta ogni estate di migliaia di persone.
Rosalba Begnis, per tutti semplicemente Rosy, è morta improvvisamente nella notte tra giovedì e venerdì, nella sua casa di via al Lago. Aveva 73 anni. Per chi arrivava al lago era un punto di riferimento, il suo locale un punto di incontro per tanti amici, per compagnie di ragazzi. Il laghetto di Cassiglio e la sua promozione turistica le devono tanto, tantissimo. Sempre disponibile, allegra, pronta a parlare con tutti e a cercare di valorizzare il laghetto.
Erano gli Anni Settanta, già allora il bacino d’acqua sotto il Baciamorti era raggiunto da migliaia di visitatori, alla ricerca di relax, di un pomeriggio in mezzo alla natura o di refrigerio in estate, grazie al piccolo corso d’acqua che scende dalla montagna.
Non era ancora attrezzato come oggi, con tavolini e altro per picnic. Poco alla volta il Comune interverrà per regolamentare anche l’area e renderla più accogliente per i turisti. Già allora, però, Rosy e il marito Delfino Ruffinoni, guardiano della diga proprio a Cassiglio, compresero le potenzialità turistiche di quell’area naturale incastonata tra le montagne.
Dalla casa in centro alla piccola Cassiglio, un centinaio di abitanti nella Valtorta, la famiglia si trasferì accanto al lago realizzando proprio la casa che poi divenne punto di riferimento per i visitatori.
Era il 1973. Da allora Rosy, il marito Delfino, poi con l’aiuto anche dei figli Diego e Sonia iniziarono ad accogliere i turisti.
Nel 1987, durante l’alluvione, la casa e il bar di Rosy (già allora bar Rosy) accolsero diverse persone rimaste isolate a causa del crollo del ponte sul Brembo.
«L’alluvione ci isolò - ricorda la figlia Sonia - perché il ponte era caduto. Così mia mamma non ci pensò due volte: ospitò le persone che erano rimaste da questa parte del Brembo».
Gli anni passano e il lago di Cassiglio diventa meta sempre più frequentata. Nel 2014 Rosy perde il figlio Diego, trovato morto nella portineria dell’ospedale di San Giovanni Bianco, dove lavorava. Anche lui colpito da un infarto.
Venerdì sera Rosy ha iniziato a stare male. Il decesso, presente il marito Delfino, è avvenuto nella notte. Sul posto un’ambulanza e i sanitari che hanno tentato di rianimarla, ma invano.
«Era disponibile con tutti - ricorda ancora la figlia Sonia -. Sapeva creare compagnia e nel nostro bar si sono creati tanti legami».
Tante le persone che sabato e ieri si sono strette attorno al marito Delfino e alla figlia Sonia. La camera ardente è stata allestita nel bar dove Rosy per mezzo secolo ha accolto e servito i suoi amici e le tante persone, anche da fuori provincia, che arrivavano al lago di Cassiglio. Ora saranno forse la figlia Sonia, che abita a Santa Brigida, col papà Delfino, a continuare l’attività. I funerali saranno celebrati oggi, alle 14,30, nella parrocchiale di Cassiglio. Le ceneri riposeranno accanto alla salma del figlio Diego, nel cimitero di Piazza Brembana.
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