
(Foto di Valbrembanaweb)
LA SOLENNITA’. Monsignor Gervasoni al termine delle celebrazioni Migliaia alla festa e alla processione con 16 Confraternite da tutta la regione
«Cosa dice la Sacra Spina alla nostra vita? Sappiamo che viene dalla Corona che Gesù ha portato in capo sulla Croce. Apparentemente non sembra essere una parola di salvezza ma di tortura, di dolore. Tuttavia questa Spina fiorisce (l’ultima volta nel 20016, ndr). E noi l’abbiamo portata in giro non perché vogliamo esaltare il dolore ma perché questa Spina dice che c’è una parola di salvezza al di là e grazie a questo dolore».
Sono le parole con cui il Vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni, ieri pomeriggio si è rivolto alle migliaia di fedeli che hanno riempito la chiesa giubilare di San Giovanni Bianco, alla Messa di conclusione della solennità della Sacra Spina, la reliquia di cui ieri si ricordava il 530° anno della traslazione.
Noi abbiamo portata in giro la Sacra Spina non perché vogliamo esaltare il dolore ma perché questa Spina dice che c’è una parola di salvezza al di là e grazie a questo dolore
Una festa come sempre partecipatissima. Dopo nove giorni di preparazione, sabato sera l’apertura con la novità del corteo storico, dalla chiesa di San Rocco alla parrocchiale: accompagnati dagli sbandieratori di Legnano il rappresentante dei volontari del gruppo «Sacra Spina», Ettore Galizzi, e la sindaca Enrica Bonzi hanno raggiunto il prevosto don Gianluca Salvi in piazza Zignoni e in chiesa. Con le tre chiavi è stato aperto il tabernacolo della reliquia, rito che ha dato il via alla festa.
In serata l’attesissimo spettacolo di fuochi d’artificio che ha attirato migliaia di persone: 15 minuti di botti in un paese vestito di luci (affollatissimo il luna park che resterà fino al 13 aprile, domani la giornata promozionale). Ieri la processione con la reliquia, guidata dal Vescovo Gervasoni e la partecipazione di 16 Confraternite religiose da Trescore Cremasco, Cene (due), Gandino, Martinengo, Guzzanica, Nembro, Dalmine, Dossena, Morbegno, Ardenno, Buglio in Monte, Urgnano (due), Rota Imagna e Calcinate.
A portare il Crocifisso di quattro metri i 33enni, mentre le coetanee hanno portato i segni della Passione. Poi l’omelia del Vescovo Gervasoni (presenti, tra le autorità, amministratori della Valle, con il presidente Valeriano Bianchi, il consigliere regionale Pietro Macconi, il comandante della Compagnia carabinieri di Zogno, Pablo Salari, Massimo Sora per la Questura, il vice prefetto Marisa Amabile, il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati). «Dio ci ha fatto per essere fiore. Però noi, per vivere questo, dobbiamo attraversare la Spina. Ma la Spina non deve essere l’ultima parola», è stato il messaggio finale. A conclusione della festa il rito della reposizione della reliquia nel tabernacolo.
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