Rischio valanghe grado 4 sulle Orobie. «Così alto accade molto raramente»

L’ALLERTA. Oltre due metri di neve in pochi giorni, l’altezza dal suolo in questo periodo tra le maggiori dal ’94. Il nivologo: è ancora soffice, non si è assestata.

Ancora neve in queste ultime 48 ore. Con l’altezza al suolo che in alcune zone delle Orobie ha superato i due metri. Ma, di valanghe, almeno fino a ieri, nulla. E, questo, a detta degli esperti, purtroppo è negativo. Perché ora il pericolo nelle prossime ore sarà ancora più alto, con potenziali distacchi di quantitativi di neve maggiori.

Il bollettino valanghe della Regione Lombardia (aggiornato a ieri in via straordinaria, oggi alle 13 il prossimo), dà sulle Orobie ancora un grado 4 (forte) in una scala esponenziale da uno a cinque. «In tre giorni sono caduti mediamente un metro di neve sulle Orobie – spiega il nivologo, consulente per la Provincia, Federico Rota –. Neve che non si è ancora assestata, ed è soffice. E, almeno finora, non ci sono stati grossi distacchi. In termine tecnico non vi è stata una bonifica».

Rischio neve anche lunedì e martedì

Lunedì e martedì sono attese nuove precipitazioni, importanti. «Ancora mezzo metro lunedì – continua Rota – con fiocchi a partire dai mille metri di quota e poi a salire. Martedì le temperature saranno più elevate, quindi anche la quota neve dovrebbe alzarsi verso i 1.300 e poi i 1.600 metri. Sarà neve più pesante che andrà a posarsi sopra lo strato sottostante più soffice. Quindi è alto il rischio che questa massa importante di neve possa muoversi, innescando valanghe anche grosse».

Il grado di rischio valanghe, nel bollettino emesso da Regione Lombardia, domenica era ancora 4, ovvero forte. «Un valore molto alto – continua Rota – che raramente viene emesso. Il grado superiore, il 5, che io ricordi, per le Orobie è stato emesso soltanto una volta diversi anni fa. Va peraltro ricordato che si tratta di una scala con valori esponenziali. Il rischio 3 è oltre la media, il rischio 4 non è il semplice doppio del rischio 2».

L’allerta per scialpinisti e fuori pista

Scialpinisti e appassionati di fuori pista o ciaspolate sono quindi avvisati. La nevicata di sabato e ieri mattina, intanto, ha incrementato il manto al suolo. I dati di riferimento sono quelli delle stazioni meteo dell’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa) di Regione Lombardia. L’altezza ancora maggiore è quella rilevata in Val di Scalve, ai 1.854 metri della centralina in Presolana (Vilminore) quando alle 9 si è toccata un’altezza al suolo di 202 centimetri.

Poco meno all’altra centralina, sulle Orobie occidentali, al lago di Fregabolgia (1.955 metri) di Carona, con una punta di 181 centimetri. Le precipitazioni hanno poi avuto una pausa nel pomeriggio e fino a sera, con la neve che quindi si è schiacciata e leggermente diminuita di altezza.

Neve da record in montagna

«Va sempre considerato – continua il nivologo – che il dato complessivo dell’altezza della neve al suolo è sempre leggermente minore rispetto a quella scesa effettivamente. Perché nei momenti di pausa il manto tende a schiacciarsi». Prendendo come riferimento Carisole-Carona (tra le stazioni Arpa con lo storico più lungo), la neve caduta fino a domenica 25 febbraio rappresenta uno tra i dati più elevati (l’8°) degli ultimi 30 anni, seppure lontano dall’eccezionale 2014, quando si misurarono c’erano 217 centimetri.

«Ciò che è cambiato in questi anni – conclude Rota – è sicuramente l’innalzamento della quota neve. Sempre meno si vede neve in pianura. E poi fenomeni come quello di alcuni giorni fa. Dopo la nevicata del 9-11 febbraio abbiamo avuto un periodo di clima primaverile. E ora di nuovo temperature invernali».

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