Pianetti, un mistero lungo 110 anni: «La sua fine resterà un enigma»

CAMERATA CORNELLO. Era il 13 luglio 1914 quando Pianetti uccide 7 persone e poi scappa.

Un mistero lungo 110 anni: è il 13 luglio 1914, e Simone Pianetti, mugnaio di Camerata Cornello, uccide sette persone. Poi la fuga, la caccia all’uomo, gli indizi che fosse arrivato in Sudamerica e negli Stati Uniti.

Ma sulla sua reale fine, su dove e quando sia stato sepolto, ancora nulla. E probabilmente il segreto sui suoi ultimi giorni Pianetti se l’è portato nella tomba. Tanto che per lo Stato italiano, il killer brembano, diventato protagonista di leggende, storie macabre, rappresentazioni teatrali e canzoni (e anche misteriosi adesivi un po’ ovunque che a lui inneggiano con lo slogan «Uno in ogni paese»), è di fatto ancora latitante, «vivo» e quindi con una taglia pendente.

Talmente enigmatica la sua storia che neppure il pronipote, Denis Pianetti, dopo anni di ricerche, è riuscito a scrivere la parola fine sulle vicende del lontano parente. Ma tant’è: proprio questa sua inafferrabilità lo ha trasformato in un personaggio più «vivo» che mai. Il suo nome ancora oggi ricorre spesso tra la gente della valle, e la sua «fama» da tempo ha superato i confini provinciali e nazionali. Proprio il pronipote ricorda che anche registi come Salvatore Nocita ed Ermanno Olmi si interessarono per un’eventuale trasposizione cinematografica della sua vita.

«Olmi, in particolare – ricorda Denis Pianetti – era affascinato da questa storia che aveva sentito fin da ragazzo». A frenare la nascita di un film finora sarebbe sempre stato il carattere «forte» di quanto successo: un uomo che, esasperato, andò contro le istituzioni più importanti, dalla Chiesa allo Stato. Le maldicenze, la cattiveria di alcuni paesani e i soprusi dei potenti lo portarono alla rovina: il 13 luglio 1914 uccise sette persone, su una lista di una dozzina. Fuggì forse in America, pare anche con l’aiuto del popolo. Condannato nel 1915 all’ergastolo in contumacia, la sentenza non è mai passata in giudicato. Per la legge Simone Pianetti è «vivo».

Un eroe? «C’è chi lo erge a tale – ricorda il pronipote – ma è sbagliato. Era solo un uomo esasperato, portato al limite della sopportazione. Una storia, la sua, comunque, che ha appassionato tanti e appassiona ancora oggi. Enigmatica. E tale probabilmente resterà per sempre».

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