«Pazienti reumatici, con due ambulatori diagnosi precoce e meno liste di attesa»

VALLE BREMBANA. Da luglio il via al progetto pilota per la nostra provincia promosso dall’Asst «Papa Giovanni XXIII». All’ospedale di San Giovanni Bianco e alla Casa di comunità di Zogno prime visite e cure che prima erano a Bergamo.

Avere una diagnosi precoce, fondamentale per risolvere poi la malattia, ridurre i tempi di attesa per i pazienti ma anche le distanze dagli ambulatori, e liberare spazi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Sono gli obiettivi del progetto pilota per la nostra provincia avviato dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo nell’area di Reumatologia che coinvolgerà la Valle Brembana dal prossimo luglio, nella casa di comunità di Zogno e all’ospedale di San Giovanni Bianco. Saranno gli stessi medici già operativi a Bergamo a seguire i pazienti, ma negli ambulatori che verranno aperti a Zogno e all’ospedale vallare.

«Un giorno alla settimana – spiega Massimiliano Limonta, responsabile dell’Unità di Reumatologia di Bergamo – un nostro medico sarà alla mattina a San Giovanni Bianco e nel pomeriggio a Zogno. Nell’ospedale si occuperà di pazienti già in cura con i cosiddetti farmaci biologici. Si tratta di farmaci innovativi composti da anticorpi monoclonali in grado di bloccare le proteine responsabili dell’infiammazione. In ospedale verranno dispensati i farmaci biologici previa visita clinica del paziente. Attualmente in valle Brembana sono circa un centinaio i pazienti di questo tipo che finora dovevano recarsi a Bergamo almeno tre o quattro volte all’anno. All’ospedale di valle apriremo per loro un ambulatorio specifico per le visite e la consegna del farmaco».

Nella casa di comunità di Zogno, invece, già da due settimane sono iniziate le prime visite – sempre riservate ai pazienti della Valle Brembana – per arrivare a una diagnosi precoce della malattia. «Nelle artriti – continua Limonta – la diagnosi precoce è fondamentale: entro 3-6 mesi dall’insorgere dei sintomi occorre iniziare la cura. Ed è quello che cercheremo di fare nella casa di comunità di Zogno, con il supporto dei 26 medici di famiglia della valle. Saranno loro a dover inviare alla prima visita, tramite un canale preferenziale di comunicazione con la casa di comunità, i pazienti che ritengono possano essere critici. Sarà fondamentale, in tal senso, la cosiddetta appropriatezza prescrittiva: ovvero, sulla base di criteri che abbiamo fornito loro, dovranno inviare esclusivamente i pazienti con sospetta artrite. In tal modo si potranno ridurre i tempi di attesa delle visite, arrivare veramente a una diagnosi precoce e liberare spazi ulteriori agli ambulatori di Bergamo».

«Distanze e tempi ridotti»

«Il paziente – continua il responsabile di Reumatologia di Bergamo – potrà poi continuare a essere seguito a Zogno, oppure, se valutato particolarmente critico, inviato all’ospedale Papa Giovanni. Sempre all’ambulatorio di Zogno, inoltre, verranno visitati i pazienti della Valle Brembana con malattia artritica già stabilizzata che generalmente andavano all’ospedale di Bergamo una volta all’anno per la visita clinica periodica. Vorrei sottolineare che i pazienti troveranno i medici che finora li avevano seguiti al Papa Giovanni XXIII, cambierà solo la sede della visita o della cura. Ma in tal modo si ridurranno le distanze e i tempi di attesa».

Presso l’Asst Papa Giovanni XXIII sono seguiti circa 10mila pazienti con malattie reumatiche; il 30% dei pazienti con forme artritiche aggressive (artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante, connettiviti) è poi in terapia con farmaci biologici (ovvero circa 1.500, di cui 120 in Val Brembana).

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