Cronaca / Valle Brembana
Martedì 07 Maggio 2024
«Non troviamo più infermiere in Italia». E la casa di riposo va a prenderle in India
PIAZZA BREMBANA. Al «Don Palla» sei operatori sanitari su 21 arrivano dal Paese asiatico. Mamme che hanno lasciato anche tre figli a casa.
«Sogno di poter vivere qui, di portare qui la mia famiglia e i miei due figli di cinque e sette anni che sento in videochiamata tutti i giorni». Jini Zavier, 36 anni, è una delle sei infermiere indiane che da quasi un anno prestano servizio alla Casa di riposo «Don Stefano Palla» di Piazza Brembana. Arrivano tutte dal Kèrala, Stato dell’India meridionale. «Abbiamo cercato infermieri in Italia, ma senza successo – dice il presidente Michele Iagulli –. È stato proposto anche un corso di formazione per l’assistenza, ma non si è presentato nessuno. Ormai da noi non si trova più nessuno e questo sarà un problema sempre più importante nei prossimi anni».
Dall’India sei operatrici
La soluzione è arrivata dalla cooperativa «Stoim» (consorzio «Kcs») di Agrate (Monza Brianza) che, tramite l’agenzia milanese «Job Just on Business», è riuscita a reclutare ragazze indiane, in periodi diversi, a partire dal maggio 2023. Già altre tre infermiere indiane aveva prestato servizio prima di loro alla Casa di riposo «Don Palla». Ora sono in sei, quasi un terzo delle infermiere che operano alla Casa di riposo di Piazza Brembana (85 ospiti).
«È stato proposto anche un corso di formazione per l’assistenza, ma non si è presentato nessuno. Ormai da noi non si trova più nessuno e questo sarà un problema sempre più importante nei prossimi anni»
Ma il sogno è di portare la famiglia qui da noi. La cooperativa fornisce loro anche l’alloggio a Piazza Brembana, dove abitano e stanno cercando di integrarsi. «Il loro diploma da infermiere ha una validità fino al 2025 – spiega Andrea Minetti, capo area della “Stoim” – ma dovrebbe poi diventare definitivo. Con l’agenzia che ci fa da intermediaria ci siamo sempre trovati bene: le infermiere arrivano da una zona dell’India dove le strutture sanitarie sono più evolute e hanno sempre dimostrato grande professionalità. La collaborazione era iniziata durante il periodo del Covid, quando c’era bisogno di personale, nel 2021: da allora è stata fatta una selezione e sono arrivate le prime ragazze».
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