Non solo sci e impianti. Quando basta la neve per portare economia

VAL BREMBANA. Midali (San Simone): «A migliaia senza le seggiovie». Fossati (Artavaggio): «Ma l’indotto creato dallo sci non è paragonabile».

Ciaspolate, scialpinismo, bob e slitte, ma persino tornei di volley, calcio, padel e rugby. Tutto sulla neve. È la neve «alternativa» allo sci classico, quello alpino e di fondo. E funziona. Secondo qualche operatore turistico capace di creare un indotto anche maggiore dello sci, secondo altri, invece, ancora ben lontano dai numeri e l’economia che gli impianti di risalita saranno muovere.

Parliamo, per quanto riguarda le valli Brembana e Imagna, di San Simone di Valleve, dei Piani dell’Avaro di Cusio, dei Piani di Artavaggio (nel Lecchese ma raggiungibili anche dalla Val Brembana), magari del passo San Marco, e poi del Pertüs e di Valcava (Costa Imagna e Torre de’ Busi).

A San Simone tanta gente anche senza impianti

Località clou sicuramente San Simone di Valleve dove gli impianti di risalita sono chiusi dal 2017 e il Comune, ancora oggi, è in trattativa con il proprietario privato per cercare di farli ripartire. Ma di diverso avviso è il principale operatore turistico, Davide Midali, titolare del ristoro «Lo Scoiattolo».

«Gli impianti di risalita qui non servono più - dice - ne è un esempio domenica scorsa, quando c’erano le auto parcheggiate fino a Cambrembo. Mai visto tanta affluenza neppure con le seggiovie aperte. Domenica, il mio ristoro, ha avuto tre volte i coperti del rifugio Mirtillo, in Val Carisole, sulle piste. A San Simone l’anfiteatro è ideale per le famiglie, per scendere col bob, per lo scialpinismo, per ciaspolare. In una stagione che inizia a novembre e può finire ad aprile. Ora servono più servizi e che aprano altre attività».

Mai visto tanta affluenza neppure con le seggiovie aperte. Oggi, il mio ristoro, ha avuto tre volte i coperti del rifugio Mirtillo, in Val Carisole, sulle piste

Piani dell’Avaro: si riempiono di famiglie

Sull’altro ramo dell’alta Valle Brembana i Piani dell’Avaro di Cusio, anche loro, domenica scorsa presi d’assalto dai turisti. «Con le condizioni ottimali, ovvero sole e strada ben tenuta - dice Carola Berera, gestore del rifugio Monte Avaro - la stazione si riempie di famiglie. Qui abbiamo un turismo non d’élite. Perché ormai, per una famiglia, soprattutto oggi, sciare ha dei costi elevati. È un modo nuovo di vivere la montagna in inverno, che apre anche altre possibilità, per esempio di viverla la sera, tra ciaspolate notturne sotto le stelle». E quando c’è neve anche il Pertüs (Costa Imagna) e Valcava (Torre de’ Busi) si riempiono di turisti: qui c’erano tre impianti di risalita, fino a 30-40 anni fa, poi tutti chiusi.

Da Umberto Mazzoleni - vengono tante famiglie anche solo per una passeggiata e per far sbobbare i bambini: col vantaggio che siamo più vicini a Bergamo e, al rientro, non trovano code in strada. Certo, tutto dipende dalla neve: abbiamo anche una pista di fondo che, però, negli ultimi sei anni, è stata utilizzata solo due volte. La quota neve è sempre più alta». Gestito da Imprese turistiche barziesi (Valtorta-Bobbio) sono i Piani di Artavaggio: dispongono di un campo scuola sci ma sono soprattutto meta delle famiglie in cerca di un prodotto neve diverso.

«Artavaggio è complementare ai Piani di Bobbio - dice l’amministratore Massimo Fossati - ma non vedo, almeno per ora, in questo tipo di turismo l’alternativa economica e sociale allo sci classico. Oggi ai Piani di Bobbio avevamo 5.000 persone, numeri difficilmente raggiungibili dove non ci sono impianti di risalita. E l’indotto che lo sci muove è ancora decisamente maggiore».

Ogni weekend 700 auto sul monte Farno

Anche in Val Seriana e in Val di Scalve ci sono località dove la neve attira migliaia di turisti. I parcheggi del monte Farno, a Gandino, registrano ogni weekend circa 700 auto presenti.

«È un dato facilmente misurabile grazie ai gratta e sosta - spiega Giambattista Gherardi, di Promoserio -. La zona è sempre strapiena: si tratta probabilmente della località montana più facilmente raggiungibile da Milano, anche solo per una toccata e fuga di mezza giornata. La disponibilità dei parcheggi nell’area della ex colonia spesso è già esaurita alle 9 del mattino». Con i connessi problemi di congestione: «Il sabato e la domenica sono in servizio i Carabinieri in congedo, che sconsigliano di fermarsi quando i parcheggi sono pieni e chiedono di tornare indietro - prosegue Gherardi -. La vera scommessa sarà garantire in futuro la copertura Internet per gestire la disponibilità di parcheggi già dal paese».

L’esposizione al sole del versante aiuta, ma anche le strutture ricettive presenti sono un’attrattiva: «Il rifugio Monte Farno ha da poco una nuova gestione, poi c’è la Baita dei Cornei, gestita dallo Sci club Valgandino, alla Piana di Montagnina, e il rifugio Parafulmine. Dal giugno scorso è attivo anche l’infopoint in una parte dell’ex colonia: una struttura ecosostenibile, che fa da punto informativo, ma anche di ritrovo». L’ambizione, infatti, è che grazie a questo infopoint i frequentatori del Farno possano conoscere anche le altre attrattive della zona. E qui scatta un rimpianto: «Fino alla fine degli Anni Sessanta dal paese saliva al Farno la seggiovia: sarebbe l’ideale oggi per far fermare le auto in paese».

Ai Campelli di Schilpario e a Valgoglio

Tra le mete più frequentate, per quanto più distanti dalla città, c’è anche la zona dei Campelli a Schilpario. Dal parcheggio in località Fondi, molti scialpinisti e camminatori salgono lungo la strada del passo del Vivione (chiusa alle auto in inverno), i più esperti anche verso il monte Campioncino.

«Abbiamo potenziato i parcheggi: grazie a un terreno preso in affitto e quest’anno ci sono circa 150 posti in più - dice il sindaco di Schilpario, Claudio Agoni -. Quando il tempo è bello c’è il pienone, anche domenica scorsa c’erano circa 400 auto». Da quest’anno è cambiato anche il sistema di pagamento, ora con gratta e sosta o app: «Chiediamo 5 euro al giorno, che servono per pulire la strada». Anche Valgoglio, con il giro dei cinque laghi, e Valcanale, con la salita al lago Branchino, rappresentano mete gettonate in Val Seriana, «senza che ci sia nulla di organizzato, molte persone arrivano anche in inverno - riferisce Simone Bonetti, assessore al Turismo di Ardesio -. C’è anche chi sale da Ave verso il rifugio Vodala e da Piazzolo».

Risentono molto della presenza o meno della neve i Colli di San Fermo, altra località che gode della vicinanza alla città. «Arrivano persone sia da Bergamo sia da Brescia - riferiscono dal bar Ai Colli -. Purtroppo negli ultimi anni, però, è scesa poca neve».

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