Cronaca / Valle Brembana
Lunedì 15 Aprile 2024
Nel sangue di Bonomelli Clonazepam 10 volte oltre la dose terapeutica
IL PROCESSO. Dall’autopsia si evince che la quantità di sedativo poteva essere molto pericolosa per un soggetto fragile, quale era Angelo Bonomelli, morto l’8 novembre 2022. Alla sbarra, accusati a vario titolo di omicidio, ci sono quattro imputati, accusati di averglielo somministrato di nascosto per addormentarlo e derubarlo.
Nel sangue di Angelo Bonomelli c’erano 0,291 milligrammi per litro di Clonazepam, il nome scientifico del Rivotril, e cioè una quantità 10 volte superiore a quella di una dose terapeutica. In pratica, è la stima dell’anatomopatologo Matteo Marchesi, «pur non essendo possibile con l’autopsia calcolare il numero esatto di gocce, la quantità somministrata è elevata, perché ci approssimiamo al contenuto di un flacone».
Il medico legale, autore dell’esame autoptico, lo ha dichiarato lunedì 15 aprile all’udienza del processo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi che vede alla sbarra quattro persone, tutte in carcere: Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina, considerato la mente del piano; il padre Rodolfo, 69 anni, di Gaverina; l’allora compagna Jasmine Gervasoni, 25, di Sedrina; e l’amico Omar Poretti, 26, di Scanzorosciate.
Quell’8 novembre 2022 volevano addormentare Bonomelli, 80 anni, di Trescore, noto imprenditore del settore onoranze funebri, per derubarlo di soldi e orologio d’oro, così sciolsero furtivamente del Rivotril nel caffè d’orzo che aveva ordinato al bar. Ma l’anziano, cardiopatico, non resse: fu trovato morto l’indomani nella sua Mercedes in un parcheggio della zona industriale di Entratico dove i quattro, dopo averlo derubato, lo avevano lasciato.
Nell’udienza del 27 marzo Matteo Gherardi aveva sostenuto che a mettere il sedativo nel caffè era stato Poretti e che comunque si trattava del fondo del flaconcino. I dati snocciolati dal dottor Marchesi dicono invece ben altro: che la quantità somministrata a un soggetto sano non sarebbe risultata letale, ma a un anziano con patologie avrebbe comportato rischi altissimi. In udienza è anche emerso che Bonomelli si sarebbe potuto salvare fino all’attimo prima che morisse. Nella prossima udienza il 22 maggio inizierà la discussione delle parti.
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