Morì in servizio, la caserma dei vigili del fuoco di Zogno sarà intitolata a Enio Salvi

IL RICORDO. Terminati i lavori da 600mila euro: mercoledì la cerimonia. I pompieri in valle da 30 anni. L’incidente nel 2006 a Sedrina mentre domava un incendio: aveva solo 44 anni. La targa sarà benedetta dal Vescovo Beschi.

Da mercoledì 18 settembre il distaccamento dei vigili del fuoco di Zogno sarà intitolato a Enio Salvi, pompiere morto a soli 44 anni cadendo dal tetto di una villetta, il 15 marzo del 2006, a Sedrina, mentre domava un incendio con i compagni di turno partiti proprio dalla caserma di via Locatelli. Alla cerimonia presenzieranno i vertici nazionali dei vigili del fuoco – il prefetto Renato Franceschelli, capo dipartimento di vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa, e l’ingegner Carlo Dall’Oppio, capo del corpo nazionale – oltre al direttore regionale, ingegner Fabrizio Piccinni, e al comandante provinciale, ingegner Vincenzo Giordano, mentre la targa commemorativa sarà benedetta dal Vescovo Francesco Beschi.

L’appuntamento è per le 11, per un momento che sarà solenne e toccante al tempo stesso, visto che la figura di Enio Salvi, a 18 anni dalla tragica scomparsa, è ancora ben radicata nella memoria dei colleghi vigili del fuoco, non solo del distaccamento di Zogno – di cui tra l’altro quest’anno cade il 30° di apertura – ma di tutta la provincia. Nato il 30 ottobre del 1961 a Bergamo, Enio Salvi abitava proprio a Zogno, a Stabello, era sposato con Daniela Sonzogni e papà di Amelia, all’epoca del dramma quattordicenne e oggi in servizio al comando provinciale dei vigili del fuoco di Bergamo come ispettore logistico gestionale esperto. Dopo un anno come ausiliario, dal 1980 al 1981, Salvi opera inizialmente come volontario, poi nel 1992 diviene vigile del fuoco effettivo, assegnato in servizio, dal 18 marzo di quell’anno, al comando provinciale di Bergamo e poi, dal ’94, a Zogno.

L’incidente nel 2006

Nel corso degli anni Salvi aveva affiancato gli interventi quotidiani, diurni e notturni, di ogni tipologia e in ogni condizione meteo, ad alcune missioni per calamità naturali: il terremoto in Campania del 1980, l’alluvione in Piemonte del 1994, il terremoto in Umbria e nelle Marche del 1997 e l’alluvione in Campania del 1998. Specializzato nel «Saf», il soccorso speleo-alpino-fluviale, il 15 marzo di diciotto anni fa stava intervenendo con la squadra partita dal distaccamento di Zogno per domare l’incendio di un tetto a Sedrina, cadendo da 9 metri attorno all’1,20 della notte: trasportato agli Ospedali Riuniti di Bergamo, era morto alle 4,45. Chi lo ha conosciuto ne riferisce «l’elevata professionalità e l’alto senso del dovere». Enio era inoltre «stimato per la sua discrezione e modestia: sicuramente nella sua persona erano presenti tutti i valori fondanti che deve avere un vero vigile del fuoco». Già medaglia d’oro al valor civile, a Stabello, dove viveva, gli è stata intitolata una strada.

I lavori

Ora la caserma porterà il suo nome: un distaccamento tra l’altro oggetto di un recente e importante intervento di sistemazione, che ha impegnato le casse della Comunità montana Valle Brembana, che ne è proprietaria, per ben seicentomila euro. «Sono stati eseguiti interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico – spiega il comandante provinciale Vincenzo Giordano –, sono stati sostituiti i portoni ed è stato rifatto l’impianto elettrico e delle luci». Il distaccamento, istituito trent’anni fa, copre 65 Comuni delle valli Brembana e Imagna, per un totale di oltre 110mila abitanti. I 28 vigili del fuoco in servizio effettuano in tutto circa mille interventi ogni anno.

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