Maltempo, a San Pellegrino «solo nel 1987 un disastro peggiore»

I DISSESTI. Dieci frane a San Pellegrino: «Danni per due milioni, nessun isolato ma rischiamo con le prossime piogge».

«Dopo la disastrosa alluvione del 1987, la pioggia di settimana scorsa è quella che ha provocato più frane sul nostro territorio, almeno in termini numerici. I danni sono stimati in circa due milioni di euro, fondi che non abbiamo».

A descrivere il quadro del proprio paese è il vicesindaco di San Pellegrino, Vittorio Milesi. Le frane seguenti alle piogge di giovedì 10 ottobre avevano isolato alcuni nuclei abitati: l’intervento immediato ha consentito di riaprire le comunicazioni, «ma restano situazioni fortemente critiche - continua Milesi - con strade che stanno cedendo o smottamenti che incombono ancora».

Una decina i movimenti franosi sul territorio: due sulla strada Santa Croce-Spettino, quindi in località Vetta e a Botta, ancora in Val Sambusso, in via Galizzi e in Val Gazzina. Ci sono poi sentieri di collegamento distrutti, due in località Galizia e uno in località Paradiso. «Più altri piccoli smottamenti - continua Milesi -. Una sorta di bollettino di “guerra” secondo solo a quello della lontana alluvione del 1987».

I danni agli argini

Il Brembo ha fatto danni anche sugli argini. Due erosioni spondali che sono sotto la lente della Regione sono avvenute in località Ruspino di San Pellegrino, altre, ancora maggiori - sottolineano dall’Ufficio territoriale della Regione (Utr) - a Zogno, tra le Grotte delle meraviglie e il campo sportivo.

«Ormai non contiamo più gli interventi, siamo impegnati quotidianamente e, purtroppo, ci sono Comuni che devono attendere»

«Proprio a Zogno - dice il funzionario dell’Utr, Michele Gargantini - l’erosione del fiume sta minacciando il collettore fognario della valle». Un super lavoro per i tecnici della Regione impegnati in più fronti, dalla Val Brembana alla Val Seriana, dalla Valle Imagna alla Val Borlezza. «Ormai non contiamo più gli interventi - continua Gargantini -. Siamo impegnati quotidianamente e, purtroppo, ci sono Comuni che devono attendere». Tra le segnalazioni ad Utr anche quelle relative alle condotte di Uniacque tra Cerete e Sovere, rimaste scoperte dopo le piogge di giovedì.

Valle Imagna

Così, per esempio, a Berbenno dove restano isolate una ventina di persone in via Europa (località Barca) e a Gorlongo. «Stiamo attendendo la valutazione dei tecnici - dice il sindaco Manuel Locatelli -. Sono iniziati alcuni lavori di sistemazione, ma penso che ci vorranno almeno venti giorni per vedere la strada riaperta». A Gorlongo resta una famiglia isolata con una persona gravemente ammalata a cui è comunque garantita l’assistenza domiciliare.

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Migliora, invece, la situazione nella vicina Val Brembilla. Martedì 15 ottobre , dopo il posizionamento di blocchi di cemento di protezione, è stata riaperta al traffico - a senso alternato - la strada per Catremerio, dove abitano 34 persone. Resta isolata, invece, la località di Pamparato (su territorio di Zogno). Qui la riapertura è prevista nell’arco di una settimana «ma molto dipenderà dalle condizioni meteo», dice il sindaco Marcello Carminati.

Resta ancora in movimento, invece, la frana che interessa la strada provinciale 41 Gazzaniga-Orezzo, all’altezza di un tornante. Interruzione che costringe circa 700 persone a un’alternativa angusta, lungo la via Grompiano, generalmente vietata ai non residenti, proprio per le ridotte dimensioni.

I residenti percorrono la via alternativa oppure, anziché i 15 minuti canonici per raggiungere Gazzaniga, devono percorrere la Nembro-Aviatico impiegando circa 50 minuti

«Difficile stabilire quando si potrà riaprire la provinciale - dice il sindaco di Gazzaniga, Mattia Merelli -. La frana è in profondità e sta facendo scivolare il muro di sostegno della strada. Un dissesto in corso che non si sa dove potrebbe finire, soprattutto dopo le piogge previste nei prossimi giorni». «Abbiamo effettuato indagini anche con un drone - aggiunge il funzionario del settore Viabilità della Provincia, Matteo Centurelli -. Da giovedì 10 ottobre la frana si è mossa e anche parecchio. Faremo ora un intervento minimo di regimazione delle acque superficiali per evitare che l’acqua scenda in profondità. Ma la messa in sicurezza complessiva è stimata in 500mila euro». Intanto i residenti percorrono la via alternativa oppure, anziché i 15 minuti canonici per raggiungere Gazzaniga, devono percorrere la Nembro-Aviatico impiegando circa 50 minuti.

«Come Comune diamo la massima disponibilità - dice il sindaco - ma non possiamo proseguire per molto tempo in questa situazione».

Situazione ancora incerta anche a Bondo di Colzate, dove la comunicazione per oltre 300 residenti è garantita solo da una mulattiera, a causa della frana sulla strada: «Abbiamo rimosso già mille metri cubi di materiale - dice il sindaco Gian Lorenzo Spinelli -. All’inizio della settimana prossima dovremmo intervenire sulla parte superiore della parete rocciosa, a circa 30 metri sopra la strada. Al momento non ci sono le condizioni per riaprire in sicurezza. Ed è impossibile anche stimare i tempi».

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