Cronaca / Valle Brembana
Martedì 30 Aprile 2024
L’orologio da 400 chili e quello datato 1400: il fascino del tic-tac
SEDRINA . In esposizione pezzi da campanile e da torre, pendoli, carillon e strumentazioni, grazie ai fratelli Sonzogni. La collezione è visitabile tutte le domeniche dalle 9 alle 12,30 e il lunedì mattina solo su prenotazione.
Rintocchi che si sovrappongono ad ogni ora e persino mezz’ora, tic tac più o meno intensi, drin drin di vecchie sveglie a carica manuale, ma anche campane e campanelli dai suoni imponenti. Un’esperienza immersiva e sensoriale tra centinaia di lancette e ingranaggi che ruotano e scandiscono il passare del tempo in un’epoca in cui spopolano touch screen e orologi digitali fa rimbalzare indietro nel tempo. Oltrepassando un vecchio portone all’inizio di via IV Novembre, a Sedrina, si può visitare l’esposizione permanente di orologi da campanile e da torre (ma non solo) dei fratelli Ivano e Mauro Sonzogni, orologiai sedrinesi da tre generazioni, titolari del «Centro dell’arte orologiaia» ad Almè, che hanno seguito le orme di nonno Battista e di papà Antonio. Dopo tre anni di lavori, ha aperto al pubblico domenica scorsa un’esposizione permanente che mette in mostra una collezione di 55 orologi da campanile, tutti restaurati e funzionanti, ma anche orologi del periodo napoleonico, carillon, strumentazioni, orologi a pendolo, banchi da lavoro e una vasta raccolta di libri sull’orologeria.
Quali sono i «gioielli» della collezione
Appena varcato il portone della mostra «Il tempo ed i suoi orologi», i visitatori si trovano di fronte u n maestoso orologio da campanile, altezza 140 centimetri, larghezza 180 per 400 chili di peso, risalente al 1852 fabbricato da Carlo e Pietro Frassoni di San Pellegrino Terme con scappamento «a caviglia radiale» e suoneria a «chiocciola e rastrello». «L’orologio più antico della collezione è datato 1400 – ha spiegato Mauro –. Ha uno scappamento originale con bilanciere a barra Foliot con bilancia del tempo. Ci sono poi tre interessanti esemplari del ’500, diversi orologi dal ’600 fino all’800 provenienti da diverse regioni italiane, ma anche dalla Francia. Una stanza ricostruisce invece alla perfezione un laboratorio svizzero di orologiai del 1700, dove è possibile vedere le varie fasi delle riparazioni nei diversi periodi dal 700 fino al 900: ad arricchire la stanza una vetrina napoleonica con sveglie e orologi da viaggio». La collezione è visitabile tutte le domeniche dalle 9 alle 12.30 e il lunedì mattina solo su prenotazione (tel. 327/0179127) e in occasione delle giornate speciali che verranno organizzate nel corso dell’anno. «A nove anni ho iniziato a giocare con i meccanismi degli orologi – ha raccontato Ivano – e non ho più smesso. Ancora oggi mi diverto a smontare completamente i meccanismi degli orologi e a riportarli in vita, ricostruendo i pezzi mancanti oppure sistemando quelli danneggiati».
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