Cronaca / Valle Brembana
Mercoledì 30 Ottobre 2019
La valle esulta per Letizia
dopo l’intervento in Texas
La ragazza è stata sottoposta a una delicata operazione. Nel suo paese, Roncobello, una staffetta di preghiera per accompagnarla.
«È andato tutto bene. La nostra Super Leti ce l’ha fatta!». Sono le parole che una valle intera aspettava di ricevere dal Texas, dalla clinica dove Letizia Milesi, 19 anni, è stata sottoposta nel pomeriggio di lunedì 28 ottobre (orario locale) al delicatissimo intervento vertebrale che le permetterà di poter avviare la fisioterapia necessaria per riconquistare la sua libertà, per rendere possibili i suoi sogni.
Il messaggio di mamma Monica è arrivato in Italia sul telefono dei familiari e degli amici nella notte, annunciando l’esito positivo dell’intervento. Poi il post su Facebook nel profilo dell’associazione «Sulle ali di un sogno» che Monica e le figlie hanno costituito.
«Il nostro cuore scoppia di gioia – hanno scritto –. Non ci sono parole per esprimere questi attimi, se non dire grazie al neurochirurgo nostro eroe, a voi, a Dio e ai nostri angeli custodi». Per tutto il tempo dell’operazione chirurgica, a Roncobello, suo paese, nella chiesetta di Capovalle decine di persone si sono alternate in una staffetta di preghiera per stringersi attorno alla famiglia della ragazza nelle ore trepidanti in cui si giocava il suo destino. Canti, preghiere, silenzi e anche uno scritto di Leti hanno scandito il tempo dell’attesa.
Martedì 29 ottobre telefonicamente è giunta anche la voce sussurrata di Letizia, ricoverata ora in terapia intensiva e assistita dalla mamma Monica e dalla sorella Francesca: «Tutti i medici mi hanno detto che sono “strong”».
Ora per Leti inizia una fase di grande fatica, appesantita in questi primi giorni anche dal dolore acutissimo. «Il medico – spiega la mamma – ci ha detto che resterà ricoverata almeno per un paio di settimane».
All’affetto della terra bergamasca si sono unite le nuove amicizie statunitensi. «Abbiamo trovato un ambiente accogliente che ci ha fatto subito sentire a casa. Mi ha colpito la frase scritta su una parete della clinica: «Tutti quelli che entrano come ospiti, possano ripartire come amici. Anche qui abbiamo incontrato la solidarietà in un aiuto inaspettato, in una parola o in un gesto di amicizia».
La storia di Leti ha colpito un’intera valle. L’intervento chirurgico è avvenuto due anni dopo una caduta, causata da uno strattone mentre prendeva l’autobus scolastico. Due anni duri da accettare per la giovane, amante della danza, con l’aggravamento graduale, la paura e i muri architettonici e culturali contro cui scontrarsi ogni giorno.
«Ad un certo punto abbiamo trovato la forza di chiedere aiuto – dice Monica – e abbiamo ricevuto tanto bene. Il grazie che diciamo a tutti è immenso».
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